Ho letto tutto d’un fiato le esternazioni di un esponente politico di Isernia in merito al fatto che a Isernia non nasceranno più isernini. Sicuramente il politico ha dimenticato che questo evento si verifica dal 1970 anno in cui è stata istituita la Provincia di Isernia. Da quel momento sono nati sempre meno isernini. Fino a quella data Isernia contava diecimila abitanti. Nel giro di qualche anno la popolazione è raddoppiata. Poi la crescita si è fermata a causa dell’abbandono dei giovani migliori andati fuori dal Molise in cerca di fortuna. E non vi hanno fatto più ritorno. In compenso è arrivata a Isernia la classe impiegatizia proveniente soprattutto dalla vicina Campania che ha preso possesso degli uffici pubblici. All’improvviso gli isernini si sono sempre più assottigliati, cadendo in uno stato di sudditanza spaventosa. Il ceppo storico oggi conta quattromila persone divise tra le frazioni e il centro cittadino. Le altre sedicimila anime sono persone che non hanno sangue isernino nelle vene. È questa un’amara considerazione che purtroppo va fatta e lo facciamo anche in risposta a quanto affermato dall’esponente politico che evidentemente ha poco sangue isernino nelle vene. Fino al 1970 ci si conosceva tutti, si lasciava la chiave nel portone d’ingresso, ci si voleva soprattutto bene. Poi man mano tutto è finito nel peggiore dei modi. E la colpa la diamo anche a quei politici isernini che sull’istituzione della Provincia di Isernia hanno fatto carriera, per poi finire anche loro nel dimenticatoio, salvo poi a farsi vivi in qualche patetica ricorrenza. Se i nostri genitori che si sono battuti a testa alta per ottenere l’istituzione della Provincia di Isernia avessero saputo che sarebbe andata a finire in questo modo ne avrebbero fatto volentieri e meno. E pensare che nel 1957 per protesta contro il Senato si dimise l’intero consiglio comunale. Ne facevano parte tra gli altri Giovanni Ciampitti, Titina Sardelli, Erennio Izzi. Bastano solo questi tre nomi per far capire il grande senso di responsabilità dei politici di una volta. Lungimiranti, invece, furono i politici termolesi che nel 1970 anziché puntare a ottenere la Provincia chiesero la Fiat, con tanti benefici per il territorio basso molisano. Termoli è oggi il secondo centro per densità demografica del Molise e cresce anno dopo anno, con un record di turisti impressionante. Isernia, invece, è ferma al palo, abbandonata da Dio e da tutti. Occorre avere il coraggio di dire queste cose, perché di questo passo non si va più avanti. Quando parliamo di ceppo storico isernino ci riferiamo a quelle famiglie che da almeno quattro generazioni si trovano a Isernia. Con onestà facciamo questa amara riflessione. Se poi qualcuno non è d’accordo può togliere anche il disturbo. Pensierino finale: negli anni 70 e 80 all’ospedale di Isernia vi erano pochi medici, con in testa il prof. Di Pietro. Tutto funzionava bene. Oggi non più. Vi siete chiesti il perché? Ai posteri l’ardua sentenza.