“Se vogliamo davvero tutelare lavoratrici e lavoratori, bisogna garantire loro dignità, sicurezza e stabilità. Sono concetti tradotti in proposte che abbiamo già presentato in Parlamento. Ad esempio per introdurre il salario minimo, rivedere il Testo unico sulla sicurezza e reintrodurre la clausola sociale, vale a dire l’obbligo, per le ditte che subentrano nella gestione degli appalti, di riassumere tutto il personale precedentemente impiegato”.
Così Antonio Federico, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Ambiente alla Camera, che ha presentato un emendamento collegato alla legge delega del Codice degli Appalti proprio sulla clausola sociale senza la quale migliaia di persone sono esposte al rischio continuo di licenziamento.
“Il Ddl Appalti – spiega il parlamentare – così come approvato in Senato introduce la facoltà, non più l’obbligo, di inserire clausole sociali nei bandi di gara. Un particolare che colpisce soprattutto chi opera negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, i lavoratori ‘deboli’ o chi lavora negli ospedali, nelle strutture socio-sanitarie, nelle scuole, nei ministeri o negli uffici pubblici, svolgendo servizi essenziali come pulizia e sanificazione, mense o vigilanza.
La necessaria semplificazione delle procedure non può essere condotta a danno delle lavoratrici e dei lavoratori. Per questo ho proposto l’emendamento che riattiva l’obbligo della clausola sociale, in votazione la prossima settimana, e che raccoglie le preoccupazioni della Cigl e delle altre sigle sindacali, con cui il rapporto è costante.
Accanto alla stabilità – va avanti il deputato – c’è bisogno di ridare dignità a tanti occupati. Da un’analisi di Openpolis eseguita su dati Ocse, è emerso che l’Italia è l’unico Paese europeo dove i lavoratori guadagnano meno di 30 anni fa. Di qui l’impegno che stiamo portando avanti da anni sul salario minimo universale che può dare protezione alle categorie più a rischio di emarginazione e sfruttamento, soprattutto giovani e donne. Misura che sarebbe utile anche a far emergere le irregolarità, facilitare i controlli e unire i lavoratori incentivando la contrattazione collettiva.
E poi la sicurezza. Solo nel 2022 – continua il parlamentare – sono morte 189 persone sul posto di lavoro: una strage silenziosa. In Senato è depositato un disegno di legge delega, a firma M5S, per aggiornare e rafforzare le disposizioni contenute nel Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. In questo senso serve diffondere la cultura della sicurezza anche negli ambiti lavorativi discontinui e frammentati, potenziare le attività di formazione e il sistema di qualificazione delle imprese, accrescere i controlli e le attività di vigilanza, istituire una Procura nazionale del lavoro composta da magistrati specializzati, per contrastare i reati commessi da chi viola la legge a discapito della sicurezza”.
Insomma – termina Federico – servono interventi mirati, strutturali e innovativi, serve concretezza. E in tal senso le proposte non mancano”.