Nel corso dell’incontro sull’energia della scorsa settimana promosso dal Partito Democratico del Molise, avevamo anticipato che stavamo lavorando ad un nuovo testo normativo sulle comunità energetiche, che aggiorni ed implementi quello già presente in Consiglio regionale, alla luce delle nuove indicazioni dettate dal PNRR e della situazione internazionale. Il lavoro è finito e, da oggi, messo a disposizione per la discussione in Commissione ed in Aula.
Mossi dalla necessità di avviarci, concretamente, verso la transizione energetica, vieppiù in considerazione della crisi di approvvigionamenti derivante dalla guerra e della ricerca di nuove fonti energetiche nel continente africano, che dimostrano ancora una volta la necessità di migliorare la nostra autonomia, proviamo a dare un contributo. Con una proposta di legge attuale e innovativa anche per il Molise, sulla scorta di quelle già in discussione in altre regioni, che porta la firma del capogruppo del Partito Democratico Micaela Fanelli e del consigliere Vittorino Facciolla.
Una base normativa che dà forza ai due miliardi previsti dal PNRR destinati allo scopo, soprattutto per comuni sotto i cinquemila abitanti e colma le lacune del documento di indirizzo strategico regionale 2021-2027, approvato la scorsa settimana, che va aggiornato anche perché non cita le esperienze in corso nella nostra regione, dove i primi passi verso la costituzione di comunità energetiche sono stati già compiuti dai comuni di Mirabello e Fossalto, a cui si aggiunge il lavoro in corso d’opera su iniziativa del Gal Molise verso il 2000 e di diversi soggetti privati.
La proposta di legge presentata dal Gruppo Consiliare del Pd ha, dunque, come principale obiettivo, quello di favorire la promozione della figura giuridica delle Comunità Energetiche e dei gruppi di auto-consumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, quali strumenti per superare l’utilizzo del petrolio e dei suoi derivati e favorire la produzione e lo scambio di energie prodotte principalmente da fonti rinnovabili, nonché di sperimentare e promuovere nuove forme di efficientamento e di riduzione dei consumi energetici.
Lo scopo è quello di favorire la creazione di gruppi costituiti da soggetti pubblici e privati, che si associano per la produzione, l’accumulo e il consumo di energia in forma aggregata conformemente alla Direttiva 2001/2008/UE della Comunità Europea e della Direttiva (UE) 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica.
Energia elettrica “condivisa” che oggi beneficia di un contributo economico riconosciuto dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) a seguito dell’accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione.
L’auto-consumatore di energia rinnovabile è, quindi, ad oggi un cliente finale che produce energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo e può immagazzinare o vendere energia elettrica rinnovabile autoprodotta purché, per un auto-consumatore di energia rinnovabile diverso dai nuclei familiari, tali attività non costituiscano l’attività commerciale o professionale principale.
Una comunità di energia rinnovabile è invece un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, è autonomo ed è effettivamente controllato da azionisti o membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione detenuti dalla comunità di energia rinnovabile.
Gli azionisti o membri sono persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e/o industriale principale.
L’obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari.
L’autoproduzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta, oggi più che mai, un’opportunità di sviluppo locale in chiave di sostenibilità ed economia circolare. Infatti se da una parte c’è la necessità di aumentare la capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili, dall’altra è importante massimizzare l’efficienza energetica. Le Comunità Energetiche rappresentano quindi un modello innovativo di approvvigionamento, distribuzione e consumo di energia con l’obiettivo di agevolare la produzione e lo scambio di energie generate principalmente da fonti rinnovabili, l’efficientamento e la riduzione dei consumi energetici.
Il diffondersi di gruppi di auto-consumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente e l’istituzione delle comunità energetiche, attraverso la produzione e lo scambio di energia generate da fonti rinnovabili, abbatterebbe i costi energetici per cittadini ed imprese, superando l’utilizzo delle fonti inquinanti.
Speriamo, dunque, che il Consiglio regionale del Molise possa discutere in tempi rapidi, magari migliorandole, le due proposte di legge sulle Comunità energetiche e, in questo modo, porsi all’avanguardia sull’utilizzo di fonti rinnovabili, contribuendo ad affrancare l’Italia dalla dipendenza dei combustibili fossili stranieri.
Michele Messere