Scriveva nel 1961 Leonardo Sciascia nel libro “Il giorno della civetta” «lo ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà.
Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.
E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.»
Questo brano è il pezzo del libro in cui il padrino mafioso Mariano esprime il suo rispetto per il protagonista del romanzo, il capitano Bellodi, considerato nella scala gerarchica un uomo.
Tralasciando la finzione narrativa di Sciascia dell’esprimere un proprio pensiero attraverso la figura del padrino mafioso, che certamente è una posizione forte, dobbiamo certamente constatare che seppur nel 1961, il pensiero di Sciascia è da considerarsi attualissimo ancora oggi nel 2024. La frase di Sciascia dove divide gli uomini in varie categorie e ne descrive per filo e per segno le peculiarità ovvero, gli uomini, i mezz’uomini, gli uominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà, calza perfettamente a quanto accaduto politicamente ieri al Comune di Campobasso in occasioni del tradimento di Antonio Madonna e Giovanni Varra ai danni del Centrodestra e dei propri elettori. Il fatto è oramai noto a tutti e non c’è di certo bisogno di ripercorrerlo, ma ciò che principalmente ci stupisce è quanto il pensiero di Sciascia del’61 molto probabilmente è quello di molti a luglio 2024, dopo aver assistito all’ignominia commessa ieri.
Varra e Madonna incarnano perfettamente l’ultima e peggiore delle figure scritte da Sciascia, ovvero i ququaraquà, e come tali si sono comportati. Vi alleghiamo, il documento sottoscritto anche da Varra e Madonna subito dopo i risultati elettorali del primo turno e l’inizio della seconda fase della campagna elettorale per il ballottaggio. Tutti i consiglieri eletti di CDX hanno sottoscritto il documento che vi alleghiamo in foto.
Oltre alla parte iniziale dove ovviamente si promette il pieno e più largo appoggio a De Benedittis, il documento si chiude con questa formula
“Pertanto, I cittadini elettori, devono sapere che nessuno del presenti sottoscrittori, darà mai il proprio voto a sostegno di Marialuisa Forte”. Questo ultimo passaggio accompagnato dai video di Varra e Madonna che sottoscrivono il documento, e che poi hanno tradito e sottoscritto un accordo con la Forte ed il Csx, per potere ma soprattutto per danaro quanto promesso in campagna elettorale, il proprio elettorale, ma sopratutto la propria persona, ci suscita un’amarissima risata, mista anche ad un profondissimo senso di indignazione e sdegno per quanto commesso dai due venduti.
Concludiamo questo triste articolo, che mai avremmo voluto scrivere con la considerazione che Sciascia aveva già intuito e capito tutto dell’essere umano nel 1961 ed ha provato a metterci in guardia, ma purtroppo ad oggi nulla è cambiato, anzi molto è peggiorato, soprattutto la presenza dei quaquaraquà come Varra e Madonna. Ma non pensate che siano finito qui, almeno nell’ambito del Consiglio Comunale di Campobasso, dove non si esclude che almeno un altro componente del CDX sia pronto al tanto ambito salto della quaglia.
Purtroppo al peggio non c’è mai fine.
1 Comment
Magnifico il riferimento alla definizione di Sciascia dei traditori. Quelli in argomento mi fanno pensare a pentecane appestate, ad anguilloni bavosi e putridi. Costoro meriterebbero non solo l’ostracismo civile. Coloro che li hanno votati dovrebbero in ogni occasione coprirli di insulti, maledizioni e sputi. Sono esseri ripugnanti, indegni di calcare il palcoscenico. Si nascodono dietro al famoso motto di Leo Longanesi ” tengo famiglia”.
Possano c.t.a.t.