Il prossimo 12 giugno si voterà per il rinnovo dei Consigli comunali in scadenza e anche per il referendum. Si voterà in un solo giorno e questo preoccupa non poco i partiti, specialmente quelli di centro destra che hanno chiesto al Governo di far votare anche nella giornata di lunedì 13 giugno. Si teme che l’elettorato moderato preferisca andare al mare piuttosto che andare a votare. Una decisione di far svolgere la consultazione in una sola giornata che non va giù a Lega e Forza Italia che hanno chiesto al Governo di rivedere la decisione e spalmare la consultazione su due giorni. In poche parole, si teme che ci sia una volontà chiara di far saltare i referendum. Soprattutto sul tema della giustizia ci sono molti appetiti. Il Pd è schierato a fianco dei grillini. Letta, per il momento, segue e insegue la politica del no dei 5 stelle. Il futuro assomiglia sempre di più ad un groviglio di idee che sa tanto di populismo. Peccato che siamo in Italia dove i provvedimenti di Palazzo Chigi sono impugnabili davanti ai Tribunali amministrativi regionali. In altri stati gli atti non si discutono. Ma qui siamo in Italia, il paese dove tutti si sentono protagonisti. Elezioni comunali di giugno: è la prospettiva chiave per i partiti. Quasi un aperitivo in vista delle regionali del prossimo anno. In questi comunali il centro destra e il centro sinistra provano a scaldare i motori. Le liste sono tutte di estrazione civica ma con chiari riferimenti a Toma, Niro, Pallante, Di Lucente, Di Baggio, Facciolla, Fanelli e chi più ne ha ne metta. Ognuno è pronto a fare la sua parte. Manca l’ala populista, quella dei dei 5 Stelle, che nei Comuni é quasi del tutto assente. Con l’era Conte i grillini provano a ricucire gli strappi e a risalire la china. Risalire nei sondaggi è diventato ormai un obbligo categorico per il M5S per non scendere sotto la soglia psicologica del 10% e prepararsi all’urto della sconfitta nei comuni dove si voterà a giugno. Conte sa di giocarsi il prestigio e punta tutto su posizioni “barricadiere”. Ma a Roma non è tutto oro ciò che luccica. Ad esempio, Pd e M5S sono sulla stessa lunghezza d’onda sulla richiesta di scostamento di bilancio e sulla necessità di misure contro il caro energia, ma restano divisi sulla questione degli armamenti. Dove, in questi ultimi tempi, si sono viste scintille a più riprese. Nei Comuni molisani dove si voterà a giugno sarà dunque una sfida a due tra gli schieramenti tradizionali. In questi piccoli centri, tra tagli, vincoli, c’è un generale senso di abbandono. Ora sono in arrivo le risorse e quindi anche qualche margine di manovra in più. In tutte le liste civiche prevale la richiesta di una scossa per porre le basi indispensabili per il rilancio economico e sociale dei paesi che vanno rimessi sulla strada della crescita e del riordino finanziario. Tutti dovranno rimboccarsi le maniche per ricostruire la macchina amministrativa e ribaltare una situazione finanziaria sull’orlo del dissesto. Ecco l’elenco dei Comun dove si voterà. In parentesi il numero degli aventi diritto al voto: Campolieto (938), Castelbottaccio (349) , Castellino del Biferno (589) , Duronia (431), Guardialfiera (1.120), Jelsi (1.797), Limosano (826), Montefalcone nel Sannio (1.650) , Montelongo (384), Montemitro (454), Petacciato (3.638), San Felice del Molise (694), Torella del Sannio (794), Toro (1.450). In provincia di Isernia si voterà in tre Comuni: Chiauci (268), Civitanova del Sannio (955), Sant’Elena Sannita (260).