Dopo che la flotta aveva già interrotto le attività da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari, da oggi il fermo pesca sarà esteso all’intero Adriatico, con lo stop previsto fino al 24 settembre anche nel tratto di costa da San Benedetto e Termoli.
A renderlo noto è Coldiretti Impresapesca che aggiunge che come lo scorso anno, in aggiunta ai periodi di fermo fissati, i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di fermo a seconda della zona di pesca e del tipo di risorsa pescata.
Coldiretti tiene a precisare che il prodotto italiano, dal pesce azzurro come le alici e le sarde, al pesce spada, ed inoltre spigole, orate, sogliole, cannocchie, vongole e cozze provenienti dalle barche della piccola pesca, dalle draghe e dall’acquacoltura, sarà comunque reperibile.
Il fermo, si legge nella nota, cade quest’anno in un momento difficile, con la spada di Damocle delle nuove linee di indirizzo del Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius che pende sulla Flotta Italia. La misura più dirompente – si rileva – è il divieto del sistema di pesca a strascico. Ma le nuove linee prevedono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030.
Secondo Coldiretti Impresapesca il fermo non deve essere una mera restrizione dei tempi di pesca, misure già abusate dai regolamenti comunitari, ma deve avere come obiettivo quello di tutelare le risorse target nelle fasi biologiche più importanti quali la nascita e l’ accrescimento dei giovanili, una fase di tutela che non può essere disgiunta dalla attenzione alla sostenibilità economica delle imprese di pesca coinvolte alla misura di fermo e dalla sostenibilità sociale per la tenuta dei territori costieri e delle tante economie collegate alla produzione ittica quali il commercio, la ristorazione, il turismo e la cantieristica.