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Alluvione Emilia Romagna: Coldiretti Molise esprime solidarietà e mette in guardia dai pericoli che corre anche la nostra Regione.

Aerial view of flooded houses with dirty water of Dnister river in Halych town, western Ukraine.



Esprimendo la massima solidarietà alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dalla violenta alluvione dei giorni scorsi, Coldiretti Molise torna sul tema dei cambiamenti climatici in atto e sui rischi concreti che da questi possono scaturire per la popolazione, le imprese agricole e quelle degli altri comparti. La devastante alluvione che ha colpito nei giorni scorsi gran parte dell’Emilia Romagna – afferma il Presidente regionale di Coldiretti Molise, Claudio Papa – riaccende i riflettori, per la verità mai spenti, sui rischi derivanti da eventi meteo estremi che si verificano sempre più di frequente. La tutela del territorio, a tutto tondo, sarà il vero banco di prova per coloro che saranno chiamati a governare la nostra regione a seguito della prossima tornata elettorale.

In caso di calamità del genere, fondamentale diventa il ruolo dei Consorzi di Bonifica che devono poter operare tempestivamente ed efficacemente. Non va infatti dimenticato che fra i molteplici compiti di tali enti vi sono, oltre alla distribuzione delle acque a prevalente uso irriguo, anche la tutela del territorio rurale e la realizzazione di interventi in materia di difesa del suolo; attività fondamentali non solo per le aziende agricole ma anche per le popolazioni che vivono nei territori rurali di loro competenza che potrebbero subire gli effetti devastanti di esondazioni di corsi d’acqua e canali nelle sedi stradali fuori e dentro i centri abitati.

In Molise operano due Consorzi di Bonifica: quello della Piana di Venafro e quello del Basso Molise, nato dalla fusione di quelli di Termoli e Larino. Quest’ultimo, però, con una situazione debitoria di circa 30 milioni di Euro e la mancanza di un Piano di risanamento più volte richiesto – ricorda il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – appare difficile che possa tornare ad operare in regime ordinario e dunque in maniera efficiente nel breve periodo. Per troppo tempo – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti – l’ente Regione non ha prestato la giusta attenzione ai problemi dei due Consorzi, oggi riuniti, e questo purtroppo si è tradotto in passato in disservizi per le imprese agricole del comprensorio di bonifica ed un aumento dei rischi in caso eventi estremi.

E’ ormai da tempo che Coldiretti Molise denuncia i pericoli derivanti da fenomeni meteo estremi, siano essi violente piogge con conseguenti allagamenti che periodi di siccità prolungata, che causano danni ingenti sia alle aziende che alla popolazione tutta; ciò interessa in particolar modo i piccoli centri, collegati fra loro da una viabilità precaria, che spesso impedisce anche l’approvvigionamento di foraggi, concimi, sementi e attrezzature di cui le aziende necessitano. Eventi come quello verificatosi in Emilia Romagna rischiano così di vanificare gli sforzi che gli agricoltori hanno compiuto negli anni, e stanno tuttora compiendo, quali custodi del territorio, del paesaggio e dell’ambiente.

Un lavoro fondamentale – spiega Claudio Papa – che gli imprenditori agricoli stanno compiendo, in nome della sostenibilità ambientale, nonostante una gran parte del loro lavoro venga spesso vanificato dalla presenza incontrollata della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, che impediscono la possibilità di fare impresa, costringendo in molti casi le aziende a chiudere. A ciò si aggiunge la problematica relativa al proliferare indiscriminato di impianti eolici e fotovoltaici a terra che rischiano di distruggere non solo l’agricoltura ma anche il paesaggio, oggi più che mai fondamentale per una regione come il Molise che punta anche sul turismo per il suo rilancio socio economico. A complicare ulteriormente il quadro è poi arrivata anche la guerra in Ucraina che, dopo la pandemia, ha messo in tutta evidenza la necessità di garantire una ‘sovranità alimentare’, difendendo i terreni agricoli e aumentandone le capacità produttive al servizio dell’intera collettività.

Ultima, ma solo in ordine di tempo – conclude il Presidente di Coldiretti – la minaccia rappresentata dal “cibo sintetico” che, sostenuto da poche grandi multinazionali, rischia di distruggere il sistema produttivo italiano senza peraltro alcuna garanzia sulla salubrità dei cibi che si intendono mettere in commercio. Una battaglia che sta proseguendo con la petizione messa in campo dalla nostra organizzazione per chiedere la rapida approvazione della legge contro la produzione, la commercializzazione e l’uso del cibo sintetico in Italia.

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