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8 marzo: giornata internazionale dei diritti della donna.



Una mimosa per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.

Il mio pensiero oggi è rivolto a noi donne, mamme, mogli, compagne e lavoratrici che ogni giorno ci confrontiamo con le difficoltà che ci portano a conciliare i nostri ruoli nella vita.

È purtroppo ancora alto il rischio espulsione dal mondo del lavoro e non solo per le lavoratrici dipendenti; tante lavoratrici autonome in caso di malattia, infortunio e soprattutto di gravidanza rischiano di compromettere in maniera spesso non reversibile i propri percorsi professionali.

L’ipotesi potrebbe essere quella di prevedere l’istituzione di meccanismi di tutela accessibili ad una platea più ampia, ad esempio anche alle donne libero-professioniste. Potrebbe essere materia di intervento per supportare le lavoratrici di fronte a queste eventualità. Sarebbe auspicabile avere a disposizione un sistema di “gender budgeting”, in maniera tale che, al momento della predisposizione del bilancio preventivo, si possano impostare ed approvare specifici capitoli che tengano conto delle esigenze di genere. In questa direzione occorrerebbe adottare dei meccanismi di “gender auditing”, al fine di valutare l’effettiva realizzazione delle azioni previste in sede di approvazione del bilancio consuntivo e segnare finalmente quel “cambio di passo” che da molti anni si attende. Valorizzare le pratiche virtuose che possano essere di esempio, stimolo e aiuto alle donne che vogliono approcciarsi in maniera più efficace e inclusiva nel mondo del lavoro e a quelle che fanno o vogliono fare impresa, potrebbe costituire un ulteriore contributo attivo alla realizzazione di progetti con esiti positivi.

Qualche giorno fa mi sono recata in un ufficio sede di una donna libero-professionista. Accanto alla sua postazione lavorativa ho notato una scrivania ed una poltrona in miniatura… una meravigliosa bimba giocava emulando il lavoro della madre che, in quanto libero professionista e con delle scadenze incombenti non procrastinabili, aveva creato un piccolo habitat alla figlia, non potendo fare diversamente.

Questo mi porta a pensare che la strada percorsa fino ad oggi è stata lunga ed importante, ma i passi ancora da compiere necessitano di ulteriori sforzi da muovere congiuntamente.

Intensificare gli sforzi per migliorare l’accesso delle donne a posti di lavoro dignitosi rappresenta non solo un imperativo morale ma anche un’importante opportunità per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

Ed allora, auguri donne, sempre forti e determinate ad affrontare la vita in ogni sua angolazione.

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