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Verso le Regionali: aperte le danze, mancano i direttori di orchestra



Che la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2023 fosse iniziata contestualmente a quella delle Politiche dello scorso 25 settembre è fatto ben noto e che si sta rendendo ancora più limpido con il passare del tempo ed attraverso le dichiarazioni post voto dei vari esponenti politici locali di tutti i partiti. Da subito dopo la chiusura dei seggi del 25 Settembre, infatti, nelle varie coalizioni che hanno concorso nella corsa elettorale per il rinnovo del Parlamento gli esponenti politici hanno iniziato a far sentire la propria voce tramite la stampa ed i social media ed intensificando l’azione politica di tipo più elettorale in consiglio regionale e non soltanto, anche in alcuni consigli comunali dove si vocifera che qualcuno dei componenti voglia fare il grande passo per le regionali. Ovviamente, e sembra banale dirlo, le dichiarazioni dei politici non sono tutte uguali ma variano in base al risultato elettorale che il proprio partito o la propria coalizione hanno rimediato nelle urne in Molise. Se vogliamo analizzare partendo dagli sconfitti dobbiamo perciò iniziare la nostra analisi da quello che dal 26 Settembre sta accadendo in casa PD nella nostra regione dove i due esponenti di punta Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, l’una capogruppo in consiglio regionale, l’altro Segretario regionale del partito se le stanno dando di santa ragione quasi quotidianamente con la Fanelli che addossa il tracollo elettorale al Segretario Facciolla e del quale ne chiede la sostituzione tramite un congresso del PD regionale. Facciolla invece anche grazie alla copertura arrivata direttamente da Roma rinforza la sua posizione di Segretario rimandando a dopo il voto per le regionali il voto per scegliere chi dovrà essere il nuovo Segretario regionale del PD Molise, cosa che ha fatto infuriare la Fanelli e non poco delineando una profonda spaccatura all’interno del partito di Letta in Molise. Andando oltre non possiamo che sottolineare che ovviamente dietro questa lotta all’interno dei democratici molisani non sia il risultato elettorale ottenuto alle politiche la vera motivazione di tanta divisione, ma bensì la voglia e le aspettative che entrambi, Fanelli e Facciolla, avevano ed hanno in merito alle prossime regionali. Micaela Fanelli non ha mai fatto mistero della sua Vogli di essere lei a concorrere alla presidenza della Regione alle prossime votazioni, obbiettivo al quale ambisce anche Vittorino Facciolla, ma che magari qualcuno aveva sperato gli fosse precluso dopo il brutto esito elettorale in Molise, dove la coalizione di Centrosinistra trainata dal PD si è posizionata in terza posizione dietro al Movimento 5 Stelle che correva in solitaria, facendosi staccare sia alla Camera che al Senato di oltre mille preferenze. Probabilmente all’interno del PD non solo la Fanelli si aspettavano che dopo questo risultato la testa di Facciolla sarebbe caduta e che da Roma sarebbe arrivato l’appoggio alla candidatura della Fanelli alla presidenza. Cosa che invece non è accaduta, ma anzi da Roma hanno blindato Facciolla incaricandolo di condurre la campagna elettorale per le Regionali prossime, lasciando così intendere che il Segretari regionale avrà il pieno mandato anche sulle alleanze e sulle strategie da adottare, come ad esempio l’unione in coalizione con i 5 Stelle da sempre auspicata da Facciolla ed avversa invece a Micaela Fanelli che non ha mai nascosto le sue riserve sull’alleanza con i grillini. Detto questo però non possiamo sottolineare che allo stato attuale delle cose le danze sono aperte ma mancano le indicazioni chiave su chi e come dovrà concorrere per la Presidenza della Regione in quota PD o se addirittura nell’accordo con i 5 Stelle si decidesse che l’espressione del candidato Presidente spetterà al partito di Conte in quanto in Regione Molise ha ottenuto un risultato elettorale inaspettato e di grande rilievo. Ed è proprio in base al risultato elettorale ottenuto dai grillini alle Politiche che gli esponenti del Movimento sono partiti per gettare le basi ed indirizzare la rotta per affrontare la sfida elettorale regionale. Se prima del 25 settembre c’era stata una chiusura totale. possibili alleanze sui territori con il PD, da subito dopo il voto il vento è certamente cambiato con dichiarazioni del coordinatore regionale Federico che si è detto possibilista sull’alleanza e la conseguente nascita del Campo Largo insieme a PD e liste civiche ma allo stesso tempo ha tenuto a sottolineare che il cammino sarà lungo e da percorrere con cautela e che la parte forte dovrà necessariamente essere il M5S considerando il maggior apprezzamento elettorale dimostrato. Una chiara avvertenza dunque a chi volesse percorre la strada insieme al Movimento dovendo sedersi al tavolo ben consapevole che a dare le carte saranno i 5 Stelle e gli altri dovranno decidere se accettare le proposte, compresa anche la scelta del candidato alla Presidenza, oppure abbandonare le trattative e correre da avversari. Evidenziamo però come anche in questo caso le danze sono iniziate ma di decisioni concrete neanche l’ombra. Passiamo ora con un giro di valzer alla coalizione che ha stravinto le Politiche eleggendo 4 parlamentari su 4 seggi disponibili e che è anche l’attuale forza di Governo della Regione cioè il Centrodestra. Per il Centrodestra però il discorso è molto più intrecciato e tortuoso di quello che ci si dovrebbe aspettare da una coalizione che governa ala regione e che ha dimostrato di avere i molisani dalla propria parte ed anche in misura più che ampia andando a leggere le percentuali di voto ricevute. Necessaria è la premessa che non è pensabile fare la comparazione empirica del voto per le Politiche con quello per le Regionali, ma sicuramente si possono analizzare i dati per avere una chiara visione dell’orientamento politico dei votanti. Come dicevamo però per il Centrodestra bisogna fare un discorso che non ci si aspetterebbe di dover fare dato che sembrerebbe che la coalizione scoppi di salute, ma invece dietro questa apparenza ci sono infiniti risvolti di competitività e di frizione sia all’interno di ogni partito della coalizione ma anche e sopratutto nella maggioranza di Governo Regionale. Lo denotiamo oltre che dalle innumerevoli dichiarazioni e votazioni contro la Giunta Toma di esponenti della maggioranza che vanno avanti da ben prima delle elezioni politiche, ma anche e sopratutto dalla necessità avuta da molti esponenti subito dopo il voto di cercare di intestarsi un proprio contributo fondamentale per la vittoria finale, insomma una chiara dimostrazione della propria forza elettorale utilizzata per preparare il terreno e rendere ancor più chiare le proprie intenzioni, sopratutto a coloro i quali, e sembrerebbero essere in molti sopratutto amministratori locali, vorranno tentare l’elezioni in consiglio regionale, andando sicuramente a stravolgere determinati accordi e voti di natura territoriale che nella competizione regionale sono fondamentali. Oltre questo piccolo passaggi di natura prettamente numerica, c’è poi la questione dei molti pretendenti alla poltrona di Presidente che di certo non giova all’armonia nella coalizione che nell’ultimissimo periodo sta attraversando una vera tempesta scatenata ed alimentata molte volte proprio dai principali attori della coalizione stessa. Probabilmente molti si aspettavano che subito dopo la formazione del Governo Meloni da Roma arrivassero più precise e puntuali indicazioni su ruoli ed alleanze, ma invece il nulla. Il nulla che sta lasciando però tutto uno schieramento politico in balia di personalismi e prove di forza che probabilmente sarebbe meglio far cessare chiarendo chi, cosa e come dovrà accadere alle prossime elezioni regionali.

Come detto nel titolo insomma, le danze dei partecipanti al ballo della politica molisane sono iniziate da tempo, purtroppo ad oggi mancano i direttori d’orchestra (le indicazioni romane, ndr), che decidano su quali note far danzare i propri aspiranti candidati.

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