E’ scaduto lunedì scorso il termine di dieci giorni per la presentazione di osservazioni alla bozza di Programma sanitario 2022-24 inviato dalla struttura Commissariale alla sanità regionale ai Ministeri per una preventiva valutazione. Ma non è un termine perentorio, ha detto Toma in una recente intervista, dunque chi avrà le idee chiare su come migliorare il Po potrà ancora farlo, ma chi è che le ha le idee chiare in Molise?
E, soprattutto, non è che a Roma siani lì, pronti ad aspettare in eterno.
All’indirizzo pec per le osservazioni del Piano sarebbero arrivate infatti alcune proposte, non troppe pare. Per contro continuano a fioccare i comunicati di chi, da più parti, chiede il ritiro di un provvedimento che in realtà non è un atto vero e proprio visto che si parla di una bozza. Quello che si rimprovera a Toma è la mancata interlocuzione con gli stakeholder, una scarsa concertazione. Il Commissario ha risposto che, dopo aver girato in lungo e in largo il Molise, ha dato altro tempo agli interlocutori con i dieci giorni per l’invio delle Osservazioni. Il 4 marzo scorso il Presidente della Regione si era incontrato con la Conferenza dei Sindaci ai quali aveva spiegato quali sarebbero state le caratteristiche del Po, otto mesi dopo arriva il comunicato a firma di Saia, sindaco di Agnone e Presidente dell’organo che riunisce i sindaci, che dice: “L’assenza di un confronto, la mancata condivisione, con la conferenza dei Sindaci come promesso dal Presidente/Commissario ci ha lasciato sorpresi e delusi”. E’ dunque probabile che le parti si sarebbero dovute incontrare di nuovo sebbene non possa dirsi che i sindaci non fossero al corrente di quello che poi sarebbe stata la bozza di piano.
Tornando agli ultimi riscontri, Toma ha intanto dichiarato che “tra le Osservazioni pervenute ce ne sono alcune abbastanza sensate”. Si è anche mostrato disponibile a una integrazione del documento. Tema forte del contendere è il reparto di emodinamica dell’ospedale ‘Veneziale’ di Isernia: sembrerebbe soprattutto quello il punto su cui concentrarsi con condividere eventuali correttivi in corso di stesura definitiva del Programma operativo. Tirato da più parti per la giacchetta, Toma non ha specificato se e dove il Po potrà subire delle modifiche, anche perché la coperta della sanità molisana è talmente corta che si rischia sempre di restare scoperti e Toma, come è noto, non è il Commissario straordinario alla Sanità, quindi con pieni poteri, ma è il Commissario ad acta, dunque sotto le direttive di quanto previsto da Roma. A proposito della Capitale come centro di potere, proprio oggi Toma, sempre in veste di Commissario ad acta ha comunicato ufficialmente di aver chiesto al nuovo governo un tavolo istituzionale per esaminare le criticità della sanità molisana. “Le criticità che impediscono il raggiungimento dell’obiettivo auspicato (il Piano di rientro, ndr) non possono essere rimosse senza un intervento normativo che tenga conto delle peculiarità che caratterizzano sotto il profilo demografico e morfologico il territorio molisano”. Si ritorna dunque alla base del problema: la modifica del decreto Balduzzi che, come è noto, taglia le gambe ai più piccoli. E’ la politica dei grandi numeri, quella contro la quale si sono scagliati in campagna elettorale tutti i neo parlamentari eletti in Molise. Probabile che il Commissario incontri a breve anche loro, perché sono proprio Lotito, Cesa, Della Porta e Lancellotta che hanno ora il compito di mostrare concretezza e di far parlare i fatti dopo le parole. Nel frattempo restano le Osservazioni al Programma operativo. Sarà curioso verificare se chi ha criticato la bozza di Programma operativo avrà fatto anche pervenire delle Osservazioni veri al di là delle critiche senza peso specifico riportate nei comunicati stampa.
G.D.A.