Un nutrito gruppo di studenti dell’Istituto Pilla di Campobasso decide di non entrare a scuola per seguire il normale svolgimento delle lezioni ma il motivo non è uno sciopero collettivo. E’ accaduto a Campobasso dove durante la mattinata, 13 ottobre, alcuni ragazzi che frequentano l’Istituto superiore del Capoluogo, circa 150, hanno deciso di disertare le lezioni per protestare contro quanto accadrebbe all’interno del Pilla su disposizione del dirigente scolastico. I fatti sarebbero questi: niente uscite dall’aula durante l’arco temporale destinato alla ricreazione, per andare in bagno gli studenti sarebbero tenuti a scrivere su un quaderno l’orario di uscita e così quello di rientro, agli studenti possessori di un telefonino cellulare questo gli verrebbe ritirato all’entrata alle ore otto per essergli restituito all’uscita alle ore quattordici. In più gli studenti non potrebbero durante la ricreazione recarsi nei corridoi o in cortile. Dunque tutta una serie di restrizioni che avrebbero di fatto generato un grandissimo malcontento tra la popolazione studentesca. Certo alcune domande potrebbero sorgere naturali, come per esempio quale il tipo di necessità che la dirigenza scolastica avrebbe ravvisato per imporre simili paletti? Se per esempio non ritenesse che invece già dopo il durissimo periodo legato alla pandemia e di cui i ragazzi così gli studenti anche del Pilla non avessero già sufficientemente patito? In sostanza perché adottare simili decisioni? E ancora quando si parla di collaborazione tra scuola e famiglie, quando si generano progetti e programmi all’insegna della sinergia con gli studenti stessi, ciò non potrebbe stridere fortemente poi con simili misure? Per fortuna- diciamo noi – si può sempre cambiare idea.