Appena dopo ogni appuntamento elettorale, si sa, tira sempre una brutta aria. Tra vincitori e vinti c’è chi si è tolto il sassolino dalla scarpa e chi vuole lanciare la pietra della vendetta.
Le voci di corridoio, e i corridoi delle sedi istituzionali locali e regionali sono sempre molto lunghi e transitati, riferiscono di un Nicola Cavaliere, assessore regionale di Forza Italia, che guarda nero e minaccioso verso la costa molisana e più precisamente Termoli ed il suo sindaco , presidente della provincia di Campobasso Francesco Roberti , coordinatore provinciale del suo stesso partito Forza Italia.
Sconfitto sul plurinominale Senato dal giovane Sindaco di San Giacomo degli Schiavoni, Costanzo Dalla Porta, candidato di Fratelli d’Italia, forse ha dovuto constatare che il suo storico bacino di voti a Campobasso e nel basso molise vuole scrivere un’altra storia.
Voci dal suo entourage raccontano che l’assessore all’agricoltura stia facendo le pulci al flusso del voto espresso nel basso Molise e sulla costa.
E’ vero infatti che il travaso di voti all’interno del centrodestra in favore di Fratelli d’Italia sia stato evidente anche nelle urne molisane.
D’altra parte il partito della Meloni ha confermato le percentuali dei sondaggi e ha ‘tirato’ anche a livello locale ma pare evidente che sia stato alimentato anche da qualche aiuto degli alleati che probabilmente non hanno gradito le scelte non condivise sulle candidature interne e, più in generale, la gestione del proprio partito a livello regionale negli ultimi anni.
La linea politica interna di FDI di Pallante, Della Porta e tanti altri esce vincitore da questa competizione, con il Sindaco di San Giacomo degli Schiavoni eletto al Senato con enorme consenso per buona pace di Iorio e del coordinatore Di Sandro che, per ‘ripicca’, pare abbiano sostenuto al Senato, e forse anche alla Camera, i candidati di Forza Italia confermando, anche in questo caso, una forza che non c’è. Unica nota dolente per FDI è la mancata elezione sul proporzionale camera della consigliera comunale di Isernia Elisabetta Lancellotta, candidatura nuova e per certi aspetti inaspettata, arrivata da Roma, che forse più di qualcuno nel partito non ha gradito sostenendola solo all’apparenza, compreso lo stesso Iorio. Visto l’ottimo risultato e visti per l’ennesima volta Iorio e Di Sandro pesantemente sconfitti dagli elettori, all’interno del partito della Meloni, siamo sicuri che a breve si aprirà un nuovo corso politico.
La Lega delude anche in Molise ma mantiene il minimo sindacale solo grazie alla candidatura di Michele Marone sostenuto nel basso molise più per andare contro altri che per scelta, l’assessore Niro, ad esempio, che si aspettava di correre per un posto in parlamento, pare si sia regolato proprio cosí.
L’onorevole Tartaglione, coordinatore regionale del partito di Berlusconi, che negli ultimi anni aveva potuto vantare a Roma numeri locali bulgari provenienti dal territorio senza sforzo, evidentemente paga il prezzo di quella mancanza di condivisione precipitando proprio nella sua roccaforte, Isernia, e non va meglio a Termoli. In entrambe le città infatti Forza Italia aveva registrato enormi consensi, a dimostrazione che i veri detentori di quei consensi forse si sono stancati di foraggiare con i paraocchi.
L’Udc ottiene un risultato discreto nel complesso ma, anche qui, l’assessore regionale Calenda non brilla affatto.
Se nel coordinamento del partito della Meloni si dovrá cambiare qualcosa allora figuriamoci in Forza Italia e altrove, la migrazione verso il caldo è appena inziata.
Il clima da resa dei conti è palpabile e il povero Toma ancora una volta ci finisce in mezzo, ma il centro destra ha stravinto e sarebbe quindi il caso di trovare comunque una quadra in vista delle prossime regionali, evitando vendette e personalismi, misurando la forza propria e riconoscendo quella degli altri, al fine di scongiurare che si verifichi un suicidio simile a quello andato in scena ad Isernia lo scorso anno che regalerebbe agli avversari un’altra vittoria senza meriti.
Il centrosinistra, che fa sempre fatica ad ammettere una sconfitta, paga l’inspiegabile elitaria scelta di un rifiuto all’alleanza, tuttavia, grazie al folle meccanismo degli scarti percentuali del Rosatellum, elegge al cardiopalma Caterina Cerroni sul proporzionale Camera. In verità il seggio sicuro era quello del Lazio ma non è scattato, se avesse perso anche quello del Molise sarebbe stato un vero problema dal momento che la giovane segretaria Dem pare sia particolarmente inserita negli ambienti romani , vicina allo stesso Letta nonchè legata al Senatore Casini da una forte amicizia. Tanto è vero che i leader locali del partito, Facciolla e Fanelli, hanno dovuto procedere come richiesto.
Insomma Berlusconi è sempre stato quello cui rifilare le peggiori critiche per i ‘favoritismi’ , ma a quanto pare, sulle carriere lampo e le candidature improvvise in parlamento, ha fatto scuola dappertutto.
Il Movimento 5 Stelle sbanca nel centrosud ma di fatto esce sconfitto, i numeri che riporta sono da attribuirsi esclusivamente alla difesa del privilegio del reddito di cittadinanza da parte dei suoi percettori. Analizzando infatti sezioni, comuni e aree geografiche, i risultati migliori si registrano laddove è particolamente alto il numero dei percettori del Reddito. Un po’ poco come programma elettorale.
Calenda e Renzi rafforzano le loro singole forze e anche in Molise pescano un po’ ovunque probabilmente con qualche appena percettibile aiutino di chi per il momento li osserva con interesse.
Il risultato delle politiche è in archivio ma i giochi sono appena iniziati.
G.D.A.