Che questa campagna elettorale sarebbe stata la più social di tutte lo avevamo detto con largo anticipo. oramai la comunicazione, anche quella politica, passa da Facebook, Instagram ,Twitter e TikTok e poi sui giornali e d in televisione. Certamente le persone più avanti con l’età restano affezionate ai metodi classici per informarsi, giornali, telegiornali e tribune politiche televisive e radiofoniche, non disdegnano l’utilizzo dei social, sopratutto Facebook, ma con parsimonia.
Chi invece di sicuro non utilizza i metodi “tradizionali” per informarsi sono sicuramente i giovani che preferiscono di gran lunga l’immediatezza e la brevità dei messaggi agli sproloqui ed ai comizi proposti sui giornali ed in televisione. Ebbene questo costituisce, o meglio costituiva, un problema per i politici che durante le campagne elettorali devono riuscire a far arrivare i propri messaggi alla fetta di popolazione più ampia possibile, e accorgendosi che utilizzare i classici metodi non permetteva di raggiungere la platea giovanile di elettori si sono dovuti adattare gioco forza alle nuove frontiere della comunicazione. Ebbene oltre che su Facebook, twitter ed Instagram dove i nostri politici già da tempo possedevano profili attraverso i quali diffondevano le proprie idee ed i propri pensieri, la nuova frontiera di questa campagna elettorale è lo sbarco su TikTok, il social media Cinese che negli ultimi tempi sta spopolando anche in Italia e sul quale la maggior parte degli iscritti sono i giovani ed i giovanissimi. Tutti i leader politici a partire dall’86enne Silvio Berlusconi per passare a Renzi e Salvini negli ultimi giorni hanno attivato account su questo nuovo mezzo di comunicazione dove hanno iniziato a postare a raffica video ed interventi in diretta anche ad orari pazzi, per cercare di arrivare nella maniera più breve possibile all’elettorato giovanile, l’elettorato che al momento sembrerebbe quello più indeciso e quello dove sarà maggiore l’astensionismo in quanto la politica agli occhi dei giovani di oggi è cosa quasi di un’altro pianeta. Non per tutti certo, ma le statistiche parlano di un’ampia maggioranza che non ha una propria idea e che addirittura non conosce i partiti o i candidati.
La tecnologia ha cambiato il mondo, questo è certo, in meno di venti anni si è passati dai comizi nelle piazze, dagli incontri elettorali nelle sedi di partito locali, alle sezioni giovanili dei vari movimenti politici, alla comunicazione dietro uno schermo. La corsa al recupero di voti tramite i social, lo abbiamo detto, non risparmia nessun esponente politico, quello che non sappiamo è la concreta utilità della stessa, in quanto le tempistiche da utilizzare sui social sono brevi anzi a volte brevissime, forse troppo brevi per trattare temi ed argomenti che avrebbero bisogno di essere esaminati discussi con attenzione e non con superficialità, tempi risicati e senza un confronto di idee. Con questo non vogliamo intendere che la comunicazione attraverso i social della politica sia un male oppure sbagliata, magari produrrà l’effetto di creare curiosità ed interesse anche nei più giovani, che dopo aver ascoltato su un social un politico parlare di qualche tematica, si incuriosirà e magari andrà ad approfondire il tema riuscendosi a creare una propria idea ed un proprio pensiero in merito.
In ogni caso soltanto dopo il voto del 25 Settembre prossimo sapremo con i dati alla mano se questo cambio di passo nella comunicazione politica ha poi effettivamente prodotto risultati concreti portando più giovani a votare.
G.D.A.