Gentilissimo direttore ho deciso di scrivere questa lettera al suo giornale dopo un incontro avuto qualche sera fa in villa Musenga, dove mi trovavo per far giocare il mio nipote più piccolo di sette anni. Ebbene mentre me ne stavo tranquillo e lo seguivo con lo sguardo un signore, distinto sui cinquant’anni, si intrattiene con me in una piacevole chiacchierata e scopro che è di Pescara dove vive e lavora e che spesso con la sua compagna decide di trascorrere qualche giorno nella nostra città scoperta per caso, perché un giorno dovendo viaggiare per lavoro si ferma per una pausa veloce per poter mangiare qualcosa. Da quel giorno di qualche anno fa ogni anno d’estate ci torna e ci torna perché gli piace. Campobasso gli piace per la sua “tranquillità, vivibilità e le sue piazze”. Così mi dice e io subito penso a Pescara a piazza Salotto e glie lo dico, lui mi guarda e mi dice: “A Campobasso non vi rendete conto delle grandi potenzialità che avete, qui si sta molto bene occorrerebbe magari e sicuramente maggiore cura ma qui si sta ancora molto bene”. Quindi caro direttore la mia memoria è andata a ritroso nel passato quando veramente Campobasso era la ‘Città Giardino’ quella con la C e la G maiuscola, dove anche i negozi del centro erano vita, perché è così: Noi abbiamo tutte le potenzialità, tutte le carte in regola e potremmo tornare ad esserlo se solo chi ci amministra si guardasse attorno e cercasse di pianificare al meglio senza trincerarsi dietro la solita scusa: “Non sono più i tempi di una volta, è tutto cambiato e …..non ci sono soldi. Sarà anche che le risorse a disposizione dei comuni e degli enti ne sono di meno, però i soldi dei costi della politica quelli ne sono di più, (e per inciso quanto pubblicato da lei ieri ne è la dimostrazione), quindi caro direttore una riflessione sarebbe d’obbligo da parte di tutti anche degli stessi cittadini che si sveglino e chiedano a gran voce subito un cambio di passo”.
Con stima un suo lettore