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Macchia d’Isernia. Talk “DONNA E… Istituzioni, Chiesa, politiche, imprenditoria, cultura, scienza, sport”



Ieri sera, nel Palazzo Baronale di Macchia d’Isernia ha avuto luogo un interessantissimo convegno di studi – ma può essere anche definito come talk – promosso dall’ Associazione di volontariato “ME TOO” con la collaborazione dell’amministrazione comunale di Macchia d’Isernia e la Pro Loco Maccla.

“In veste di DONNA” per la lotta alla violenza di genere, protagonista assoluta quindi è stata la donna in tutte le sue declinazioni: “DONNA E… Istituzioni, Chiesa, politiche, imprenditoria, cultura, scienza, sport”. A presentare le ospiti il Direttore Editoriale Volturnia Edizioni Ida DI IANNI. 

Il convegno ha avuto inizio con i saluti del proprietario del castello di Macchia d’Isernia Giulio de JORIO FRISARI D’ALENA: “Le donne della mia casa, nel corso della storia, con il loro equilibrio e rigore hanno permesso di far rimanere in piedi i nostri beni e tramandarli”; del sindaco di Macchia d’Isernia Giovanni MARTINO :“Le donne all’interno della società non hanno ruoli diversi ma bensì contribuiscono allo stesso modo a far crescere la comunità”; del presidente della Pro Loco Maccla Maria Antonietta MARIANI: “Sono molto emozionata di avere tutte le ospiti qui questa sera; dico solo una cosa viva le donne ma viva anche gli uomini che le sopportano”; ed infine il presidente dell’A.D.V. ME TOO Pasqualino DE MATTIA : “L ‘Associazione ME TOO nasce dieci anni fa con l’obiettivo di dare una mano concreta e sensibilizzare sul tema molto importante. Le statistiche purtroppo parlano di donne uccise ogni 48 ore da chi dice di amarle. Gli uomini devono imparare a rispettarle.”

Tante le ospiti presenti.

Gabriella FARAMONDI, Prefetto della Provincia di Isernia,: “Bisogna puntare sulla prevenzione e quindi sulla cultura del rispetto dell’altro, sull’uguaglianza. Se c’è una violenza sulle donne purtroppo questa nasce sempre da un rapporto basato da una diseguaglianza. Conquistare la parità non è stato facile. Ad esempio le prime donne prefetto le abbiamo avute nel 1990, un percorso molto complesso che ancora oggi è da consolidare”.

Don Enzo FALASCA, parroco del paese, il cui discorso è stato davvero scioccante. Infatti si è soffermato su come in passato venivano trattate le donne, ancor prima della nascita di Gesù: “Il mondo non può esistere senza maschi e senza femmine, ma felice colui i cui figli sono maschi e guai a colui i cui figli sono femmine. … Dalla donna ha avuto inizio il peccato, per causa sua tutti moriamo. Perciò nel mondo ebraico quando c’era un funerale, dietro al morto seguivano subito le donnea  simboleggiare il fatto che erano le responsabili anche di quella morte. … Quando nasceva un bambino nel mondo ebraico, il padre quaranta giorni prima del parto disperatamente implorava il signore affinché fosse maschio. A quei tempi la donna veniva considerata semplicemente un involucro, da un uomo vero doveva nascere solo un uomo; se questo non accadeva, il seme del maschio veniva considerato avariato, non buono. La nascita di una figlia femmina per gli ebrei era considerata una disgrazia tanto è vero che la donna doveva rimanere di nuovo incinta con la speranza stavolta di avere un figlio maschio. Inoltre, dopo il parto la donna veniva considerata impura; doveva andarsi a lavare, a purificarsi alla sorgente per 33 giorni ma, qualora avesse partorito una femmina i giorni sarebbero diventati 66 giorni. Da qui il detto “Auguri e figli maschi”. E se il secondo figlio fosse stato di nuovo una femmina? Veniva abbandonata in aperta campagna e se fosse sopravvissuta i mercanti l’avrebbero preparata all’arte antichissima della prostituzione. Con l’arrivo di Gesù che si soffermava a parlare anche con le donne, questo divenne motivo di grande contestazione. Ma è stato proprio lui a far diventare la donna da oggetto a soggetto dandole considerazione”.

L’avvocato Delia DI MEO ha raccontato alla platea invece di quando si è trovata a difendere una donna vittima di violenza sessuale da parte del marito ubriaco. “Invito tutte le donne a denunciare immediatamente, non facciamo le crocerossine perché non cambia niente. Se un uomo è violento all’inizio continuerà ad esserlo”.

Antonella RENZI, ginecologa: “Molto spesso mi sono ritrovata in situazioni spiacevoli, non è semplice comunicare ad una madre l’esito di una gravidanza. La donna oggi può scegliere/decidere quale destino dare alla gravidanza. In queste circostanze bisogna dare il proprio supporto, non abbandonarla”.

Vanda MAZZA, cardiologa: “Nella vita attraverso l’impegno, la passione, si possono realizzare i propri sogni. Ed io ho realizzato il mio, quello di diventare un medico. Non ho avuto nessun problema con i miei colleghi uomini se non fino a quando sono diventata mamma. Questo ha pesato molto, non a me, bensì ai miei colleghi; avevo dei diritti riguardanti la maternità che davano fastidio a loro, come le ore di allattamento o i giorni. …  Il messaggio che voglio lanciare questa sera è quello della prevenzione, come avviene per la salute, deve avvenire anche nelle relazioni sociali tra uomo e donna; la cultura deve lavorare e fare in modo che la differenza di genere sia solo biologica”.

Elisabetta MACARI, portavoce del forum del terzo settore costituitosi nel 1997 che collabora per la rappresentanza delle associazione che operano sul territorio. “Nel terzo settore c’è una massiccia adesione delle donne che però ancora non riescono a raggiungere una posizione apicale e vengono mandate a ricoprire incarichi esecutivi. Molti  sono i motivi; tra questi uno nasce dalle stesse donne che non hanno il coraggio di prendersi la responsabilità di coprire un ruolo apicale, non sanno operare in gruppo, entrano subito in conflitto tra loro”.

Antonella IASENZA, Presidente Consorzio di Libere Imprese: “La maggioranza dei dipendenti è rappresentata dal genere femminile. Ci occupiamo del terzo settore, del settore dell’assistenzialismo sia dei migranti ma anche case di riposo, accoglienza e cura degli anziani. La donna in questo campo ha un quid in più rispetto alla figura maschile”.

Da qui la parola a Rossella D’ORSI, Supervisore Progetto SAI – Consorzio di Libere Imprese: “Essere donna e migrante non è facile; la prima cosa da offrire loro è la fiducia, farle sentire a casa, dare loro un senso di appartenenza. L’ amore insegna l’amore”.

Si continua la serata con Elisabetta LANCELLOTTA, Delegato Nazionale CONI: “Lo sport educa e allontana i giovani da tutto ciò che è nocivo. Lo sport provoca benessere psico-fisico. La presenza delle donne è cresciuta tantissimo nel corso degli anni; la prima volta che le donne, nella percentuale del 2%, hanno potuto partecipare alle olimpiadi è stata nel 1900. Ad oggi molto è cambiato come fortunatamente possiamo constatare. L’augurio è che tutte le discipline sportive possano diventare per le donne discipline sportive professionistiche.

Sara CETTY, stilista: “Tante sono le discriminazioni che io stessa ho dovuto subire, come l’ appartenenza ad etnia rom, avere un colore di carnagione diversa, … . La volontà è capace di cambiare tutto, ogni cosa. Ogni persona ha questa consapevolezza. Non siamo responsabili di quello che ci accade nella vita ma lo saremo se nn facciamo nulla per cambiarlo”.

Valentina CIARLANTE, giornalista e Presidente regionale USSI: “In Italia solo tre donne sono direttrici di testate giornalistiche anche se il 40% dei giornalisti totali sono di sesso femminile. Resta sempre, purtroppo, questa reticenza ad affidare alle donne dei ruoli manageriali, dirigenziali anche se riusciamo tranquillamente a svolgerli e a fare squadra”.

Infine, Caterina ZACCHIA, Referente Cultura Pro Loco Maccla: “La Conversazione e la Tutela della tradizione non può che essere affidata alla donna. La donna è memoria, accoglienza, ha il senso delle radici, il senso delle origini”.

La serata è stata dedicata ad Alessandra Matteuzzi vittima di femminicidio.

 

 

 

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