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Di Giacomo (Sappe) : “Bene nuovi agenti di Polizia penitenziaria in Molise ma l’attenzione deve restare alta”



“Nelle carceri molisane è in arrivo nuovo personale non dobbiamo però abbassare la guardia” Lo ha detto parlando alla stampa il segretario del Sappe, (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria), Aldo Di Giacomo.  Sette le persone di incremento organico a Campobasso , quattro a Larino e tre a Isernia, non sono certamente moltissime ma comunque è un modo per respirare” Così Di Giacomo che traccia un quadro generale sulla situazione delle carceri molisane. “In Molise i problemi sicuramente ci sono – così nel corso della conferenza stampa – sicuramente però sono molti meno rispetto alla media nazionale. Il dato su tutti che deve far riflettere è che a livello nazionale solo nel mese di agosto ci  sono stati quarantanove suicidi,  è il massimo storico dal duemilaventi e siamo solo ad agosto l’anno scorso abbiamo avuto cinquattaquattro in tutto l’anno. Per fortuna in Molise non c’è ne è stato neanche uno. Certamente i problemi si registrano anche qui,  aumentati tra l’altro soprattutto negli ultimi due anni, per esempio quello dell’altro giorno quando un detenuto a Campobasso ha rinchiuso in un ufficio un agente e successivamente ne ha picchiato un altro mandandolo in ospedale. E’ su questo che dobbiamo lavorare e vigilare per rendere gli Istituti Penitenziari più sicuri”.  Intanto per il segretario fondamentale il ruolo delle Istituzioni e della Politica: “ Oggi si deve cambiare passo perché la responsabilità di tutto quello che accade nelle carceri nazionali è sicuramente della politica che è stata disattenta e non si è mai interessata veramente alla situazione delle carceri italiane.Evidentemente servono norme ma serve sopratuttol’interessamento del mondo della politica alle Istituzioni carcerarie, bisognerebbe non tenere in carcere per esempio itossicodipendenti e pazienti psichiatrici ma metterli in centri dove questi possano essere curati in modo tale da poter garantire che l’altra parte dei detenuti quelli effettivamente pericolosi che oggi controllano gli Istituti penitenziari e che riescono a gestire i loro traffici anche fuori non possano farlo più, così pure – conclude – prevedere anche pene più severe per chi introduce droga e telefonini mezzi questi per poter gestire i traffici illeciti fuori dal carcere”.

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