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Cresce il divario Nord-Sud si apprende dal Rapporto Svimez. Patriciello:” Situazione insostenibile, bisogna accelerare sul PNRR”

Aldo PATRICIELLO al Parlamento Europeo di Strasburgo



Mi auguro che ilprossimo Parlamento metta al centro dellagenda politica il Mezzogiorno. Il Sud non può permettersi ulteriori ritardi: bisogna fare presto e accelerare il più possibile per non perdere il treno del Pnrr .
Commenta così Aldo Patriciello, europarlamentare e membro del Gruppo Ppe al Parlamento europeo, le anticipazioni del rapporto Svimez sull’economia e la società del Mezzogiorno. Un rapporto che certifica come lo shock economico dovuto prima alla pandemia e poi alla crisi ucraina abbia danneggiato soprattutto le Regioni del Mezzogiorno.

Le crisi degli ultimi anni hanno messo a  nudo la fragilitàdelleconomia del sud, inutile girarci intorno. Il fatto che il divario con il centro-nord aumenti anziché diminuire spiega Patriciello non è più un semplice dato numerico, ma un vero e proprio dramma. Serve unazione decisa da parte del prossimo Governo: quello del Mezzogiorno è un caso unico, è il divario economico più grande, interno a uno stesso Stato, che esista in tutto il mondo sviluppato. Altro che regionalismo differenziato e più autonomia per il nord: fino a quando si continuerà a non affrontare seriamente il nodo della enorme sperequazione presente nella nostra penisolaafferma l’eurodeputato molisano – sarà difficile ritornare ai livelli di ricchezza pre-crisi e arrestare, di conseguenza, l’emigrazione dei nostri giovani.

Secondo la Svimez a fronte di una crescita media del Pil del 3,4 per cento nel 2022, quello Mezzogiorno aumenterà solo del 2,8% a fronte del 3,4% del Nord-Ovest e del 4,7% del Nord-Est, ma in linea con il Centro. E nel 2023 andrà anche peggio, con una media dell’1,5% il Pil del Mezzogiorno non arriverà neanche all’1%, contro l’1,9% del Nord-Ovest e l’1,4% del Nord-Est e questa volta un buon recupero del Centro, che si attesterà all’1,7%. Il divario permane anche nel 2024.

Il sud ha urgente bisogno di investimenti pubblici e certamente il PNRR è la strada giusta. Ma bisogna assolutamente snellire al massimo la burocrazia dei nostri enti pubblici, i cui ritardi rischiano di far saltare il banco: unipotesi da scongiurare con ogni mezzo. Frenare la spaventosa crisi di un pezzo dItalia conclude Patriciello – è una responsabilità che ricade sull’intera classe dirigente del Paese, non solo su quella meridionale.

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