Consegnate due targhe, la prima a Luigi Ricci, maestro artigiano della zampogna, ritirata dal figlio, la seconda a “I Pedra”, pastori erranti del ricordo antico. Il maestro Christian Di Fiore ha eseguito con la zampogna brani di sua composizione. Tre rintocchi di campana hanno aperto ufficialmente la due giorni. A seguire, la visita alle botteghe artigiane, al Museo della zampogna e al Museo storico nazionale del Corpo italiano di liberazione.
L’idea originaria del Festival, datata 1975, fu quella di richiamare l’attenzione su uno strumento della tradizione pastorale, preservarne l’uso, valorizzare il lavoro dei costruttori e tramandarne l’arte. L’obiettivo non solo è stato raggiunto, ma abbondantemente superato.
Negli ultimi due giorni del mese di luglio, l’incantevole borgo di Scapoli, situato alle pendici delle Mainarde e all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise, diventa luogo di contaminazione fra culture e tradizioni di diversa provenienza, occasione di incontro, riflessione, approfondimento. Offre momenti di grande coinvolgimento: si suona, si balla, si canta per le strade, le piazze e i vicoli del paese.
Tra i tanti pregi che possono essere ascritti al Festival, c’è l’essere riusciti a far in modo che Scapoli divenisse la “capitale europea della zampogna”, con tutto il ritorno turistico che la circostanza comporta.