Un quadro a tinte fosche quello che si delinea fino a questo momento dalla data di partenza dei saldi, in Molise dallo scorso due luglio con la durata di sessanta giorni termineranno dunque venerdì 2 settembre. “Poteva rappresentare un’occasione utile a rilanciare almeno in parte il commercio in città ma purtroppo da quello che stiamo vedendo fino a questo momento non sta andando nella maniera sperata” Così diversi esercenti della città di Campobasso, sono loro che spesso si trovano a incrociare le braccia anche in questi giorni. “Le aspettative che nutrivamo – afferma più di qualcuno – erano soprattutto per gli acquisti che solitamente vengono fatti in occasione delle cerimonie, matrimoni, comunioni, battesimi, insomma la speranza era che con la ripresa dopo le restrizioni legate alla pandemia la gente ‘ricominciasse’ a spendere anche per momenti come questi, ma purtroppo questo non sta avvenendo. Su quali siano le ragioni di ciò – affermano – ascoltiamo anche quello che ci dice la nostra clientela, quella abituale. Le famiglie devono fare i conti con gli aumenti che ci sono stati per tutti, a partire da quelli delle bollette, il carburante e per fare la spesa per potere mettere il piatto a tavola. Insomma non c’è da meravigliarsi se poi la gente decide di fare a meno di un capo d’abbigliamento o un paio di scarpe. Purtroppo a rimetterci siamo noi commercianti che non guadagniamo ma, come tutti abbiamo lo stesso tipo di spese alle quali si aggiungono quelle per far restare aperte le nostre attività. Perché l’unica certezza che un commerciante ha è che nel momento stesso in cui la mattina tira su’ la saracinesca del proprio negozio si troverà a sostenere dei costi, insomma ad essere certe sono solo le uscite. Non c’è da meravigliarsi – aggiungono ancora – se tanti sono quelli che hanno deciso di arrendersi e anche dopo anni magari mettendo fine a quella che era l’attività di famigliahanno deciso di chiudere il proprio negozio. Tra l’altro per ogni negozio che chiude è un colpo anche a tutto l’indotto cominciando dalle aziende produttrici fino ai fornitori senza tralasciare il fatto che a venire meno è anche un servizio al cittadino”
Gaia Cosco