Sarà l’ avvocato Antonio Di Pietro a difendere la ditta De Simone, l’azienda di lampioni di illuminazione di Montenero di Bisaccia.
Il caso è quello della tragedia di Nicola Stante, 14 anni, ragazzino montenerese morto sette giorni fa, dopo quasi due settimane di coma. La sera del 28 giugno Nicola, giocando con i suoi amici nel parco giochi di Montenero, dopo essersi appoggiato a uno dei lampioni della piazza, è rimasto folgorato da una scossa elettrica. In condizioni subito gravissime, era stato ricoverato in rianimazione a Foggia, dove ha lottato fino all’ultimo. Ma lo scorso 11 luglio è morto.
«Voglio giustizia. Ma rivorrei soprattutto il mio Nicola, troppo giovane per andarsene — ripete Fabrizio Stante, 40 anni, il papà, impiegato del Comune —. Dell’inchiesta si sta occupando mio fratello. Sono troppo distrutto per pensarci».
Oltre al celebre ex magistrato molisano, ora avvocato — che già si era dovuto occupare di un altro caso nella sua Montenero, quello dell’omicidio di Giuliana D’Ascenzo — l’inchiesta coinvolgerà anche Cesare Borgia, del Foro di Pescara, nominato avvocato difensore di Giuseppe Morrone, ingegnere dell’Ufficio Tecnico del Comune di Montenero. Entrambi i legali sono in attesa degli esiti dell’autopsia della vittima, condotti dai medici Francesco Introna e Francesco Bruno, altri due pezzi da novanta nel loro campo, e dell’accertamento tecnico sulla struttura che ha provocato la tragedia, il lampione della luce e la rete elettrica.
«È davvero strano: dalle prime dichiarazioni dei vigili del fuoco intervenuti sul posto, pare che il palo della luce non avesse dispersioni elettriche o qualcosa che potesse ipotizzare un malfunzionamento», racconta l’avvocato Borgia.
Fonte: Corriere della Sera