Si è svolta, mercoledì 6 luglio, all’interno del Parco Urbano della Stazione di Isernia, un’assemblea pubblica per discutere, insieme alla cittadinanza, dei gravi problemi che interessano la sanità regionale e il diritto alla salute.
All’appuntamento, oltre all’amministrazione comunale di Isernia, anche consiglieri regionali, parlamentari e associazioni. Non poteva mancare il Primario del Pronto Soccorso di Isernia, Lucio Pastore, che a distanza di giorni, oggi, ha voluto fare delle proprie considerazioni.
“Ho atteso un po’ per vedere quale dibattito potesse scaturire dall’assemblea isernina sulla sanità – ha dichiarato Pastore -. Mi sembra evidente che si vuol sottacere su alcune questioni fondamentali e cercare di fare una vetrina mediatica preelettorale.
1) si parla del debito sanitario della regione e della necessità di un intervento statale per azzerarlo. In pratica un decreto Calabria applicato al Molise. Mi sembra giusto a patto di fare un’analisi dell’origine e del perdurare del debito. Questo perché, se si azzera il debito e non si mettono in risalto le cause che l’hanno determinato e lo fanno permanere, ci ritroveremo subito con un nuovo debito come è successo quando Prodi dette i soldi a Iorio per azzerarlo quasi e questo, poi, è cresciuto a dismisura.
Il PD con Facciolla, uno dei massimi esponenti della giunta Frattura, ha rivendicato di aver ridotto il finanziamento ai privati. Se si legge con attenzione il Pos di Frattura, e si inseriscono le voci di accantonamento che vanno tutte ai privati, la percentuale dei fondi dati ai privati sfiora il 40%. Non solo. Si è dimenticato di dire che il primo atto dopo l’accensione del mutuo di 250 milioni , è stato quello di dare 87 milioni ai privati per prestazioni ancora in contenzioso e che i tavoli ministeriali dicevano che non dovevano essere pagate. Ha cacciato Carmine Ruta che aveva proposto un saggio piano di riequilibrio pubblico privato, ha tagliato sul pubblico senza toccare i privati, anzi aumentando le convenzioni e contribuendo in modo significativo allo sfascio attuale. La Venittelli ha esaltato alcuni risultati giudiziari di sospensione temporale di alcuni atti come se il problema sanità fosse un problema legale e non di tipo politico. Iorio ha rivendicato la legge regionale per il ripristino degli ospedali che non ha alcun valore in quanto, in regime commissariale è Roma che decide. Ha messo solo in difficoltà Toma. Si è dimenticato di ricordare tutti i suoi sfaceli con i numerosi accreditamenti fatti, la rottamazione di un’intera generazione di medici e le sue scelte clientelari. In sostanza, nessuno di chi ha governato ha ammesso colpe e, quindi, ci troviamo in questo sfacelo per caso e non per colpa della politica.
3) al sindaco vorrei ricordare che con 660 milioni di euro, una quota pro capite maggiore rispetto alla media nazionale, si potrebbe avere una sanità ottima se questi soldi venissero spesi bene. Gli accordi di confine servono ma sono una cosa diversa e marginale.
In sostanza, non si é intravista alcuna volontà vera di cambiare strada ed allora, se non ci saranno pensieri ed aree politiche realmente nuove, che si acceleri sulla privatizzazione evitando un’agonia pericolosa per gli operatori e per gli utenti, senza attendere le elezioni del 2023. Si abbia almeno questo coraggio”.