E’ stata illustrata questa mattina, 10 marzo, nella sala biblioteca del Consiglio regionale, una mozione del Partito Democratico (prima firmataria Alessandra Salvatore) relativa a possibili incentivi per gli operatori sanitari del SSR che hanno scelto e/o sceglieranno di lavorare in Molise.
Frutto del lavoro di condivisione e confronto con il personale che ogni giorno opera negli ospedali e nelle strutture pubbliche della regione, la proposta dei consiglieri Salvatore, Fanelli e Facciolla è sostenuta anche dal segretario regionale del Pd Ovidio Bontempo e da quello dei Verdi Piero Neri.
La mozione, argomento di discussione anche nell’ultima direzione regionale dei democratici a cui ha preso parte la deputata Marina Sereni (responsabile salute e sanità nella segreteria nazionale di Elly Schlein) parte dall’illustrazione del contesto (la crisi della sanità pubblica legata alla carenza di personale amplificata dalla pandemia) e dalle ragioni che portano gli operatori sanitari ad abbandonare il SSN (pensionamenti nella migliore delle ipotesi, ma anche emigrazione all’estero, più attrattivo, specie da un punto di vista economico, o passaggio al settore privato in cui le condizioni di lavoro possono essere meno stressanti) per giungere alla conclusione con cui i molisani fanno i conti ogni giorno: le liste di attesa.
Il documento – che il gruppo Pd auspica possa essere condiviso dall’intero Consiglio regionale attraverso una serie di audizioni rapide nelle Commissioni preposte – evidenzia come cresca in misura spropositata la spesa out of pocket (prestazioni a pagamento per chi se le può permettere) e la percentuale di soggetti che rinunciano alle cure.
“Strategie per contrastare l’abbandono del SSN ci sono già e le ha elencate l’OMS. Migliori condizioni di lavoro, stipendi adeguati e protezione dallo stress sono alcune delle azioni volte a frenare l’emorragia del personale sanitario, ma in Molise?”
E’ la domanda a cui ha risposto la consigliera Salvatore.
“Qui le aree interne e montane, il piano di rientro dal disavanzo sanitario e quasi 15 anni di commissariamento rendono la partita più complessa, ma non impossibile. Implementare gli organici e raggiungere gli obiettivi di salute previsti dalla programmazione sanitaria regionale sono risultati perseguibili, ma servono scelte coraggiose e straordinarie.
Scelte che si traducono in una razionalizzazione della spesa per i cosiddetti gettonisti tra cui i medici in pensione pagati a ore per tamponare l’emergenza personale in reparti chiave come i Pronto Soccorso. Fondamentale sarà anche il rafforzamento della medicina territoriale e la telemedicina. La Regione Molise, però, può e deve fare di più”.
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