Il Molise continua a ignorare la normativa nazionale sulle liste d’attesa, nonostante i numerosi richiami. Anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha recentemente ribadito alle Regioni la necessità di adeguarsi alle direttive volte a rendere le cure più accessibili e a garantire ai cittadini il diritto a un’assistenza adeguata nel sistema sanitario pubblico.
Sin dall’inizio di questa legislatura ho portato la questione delle liste d’attesa all’attenzione del Consiglio regionale, presentando proposte e atti concreti. Oggi, con l’entrata in vigore del Decreto 73/2024 i cittadini hanno l’opportunità di ottenere cure in tempi rapidi. Mi sono sempre battuto affinché venisse recepito. Tuttavia, il Molise rischia di perdere ancora una volta questa occasione a causa della gestione commissariale inefficace.
Va ricordato come il Decreto 73/2024 introduce tre principi fondamentali per migliorare l’accesso alle prestazioni sanitarie: l’integrazione dei privati accreditati nel Centro Unico di Prenotazione (CUP), consentendo ai cittadini di prenotare visite specialistiche attraverso il CUP regionale e, in mancanza di disponibilità nel pubblico, di essere indirizzati direttamente a strutture private convenzionate; il rimborso delle prestazioni sanitarie erogate dai privati se il sistema pubblico non è in grado di rispettare i tempi prescritti; l’esclusione dai contratti di prestazioni sanitarie per i privati che non aderiscono al CUP, come previsto da un accordo Stato-Regioni.
Questi principi non sono ancora stati recepiti dal Molise, nonostante l’importanza della norma e il rischio concreto è quello di penalizzare ulteriormente i cittadini. La responsabilità di questo ritardo ricade in parte sui commissari ad acta e, in parte, sulla politica locale. Invece di creare un protocollo chiaro che permetta ai cittadini di ottenere rimborsi per le visite private, è stata istituita una sovrastruttura burocratica senza linee guida pratiche.
Il presidente della Giunta Roberti è rimasto passivo di fronte agli impegni assunti in Consiglio regionale su questo tema. Persino il ministro Schillaci ha espresso esplicitamente la sua posizione, sottolineando l’inaccettabilità della situazione. Nel frattempo, 26.000 molisani hanno già rinunciato a curarsi a causa delle difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie.
Per questi motivi, la mia prima proposta di legge di questa legislatura mirava a istituire una commissione speciale di inchiesta sulle liste d’attesa, sui rapporti con i privati accreditati e sugli appalti Asrem. Proposta che giace dimenticata, dopo essere stata bocciata in commissione. Nonostante tutto, non mi fermerò e la porterò in Aula utilizzando gli strumenti previsti dallo Statuto.
Il tempo a disposizione è scaduto e chi di dovere deve assumersi le proprie responsabilità davanti a tutti i cittadini molisani.