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Sant’Elia a Pianisi il 21 agosto patto di Fratellanza tra i comuni che ospitarono Raffaele da S. Elia a Pianisi. Il quasi Santo e Maestro di Virtù di San Pio da Pietrelcina.



Domenico Petruccelli, nasce il 14 dicembre 1816 da Salvatore Petruccelli e Brigida Mastrovita in Sant’ Elia di Campobasso. Il 10 novembre 1834 veste l’abito dei Cappuccini nel noviziato di Morcone e prende il nome di fra Raffaele. Il 10 novembre 1835, esattamente un anno dopo la vestizione, emette a Morcone i voti di castità, povertà ed obbedienza e si consacra definitivamente al Signore. Dal 1836 al 1840 svolge il suo “curriculum studii” nei conventi di Agnone (1836), Serracapriola (1837), Bovino (1838) e Larino (1839). Il 29 marzo1840 a Larino, “per divina bontà”, viene consacrato sacerdote. Nel 1852 torna a Morcone con l’incarico di vice-maestro dei novizi, dopo una lunga permanenza nel convento di Torremaggiore (1843). Nel 1857 giunge a Campobasso ed inizia a prestare il suo ministero presso la chiesa della Madonna della Libera. È il momento di una particolare intensità della sua vita religiosa ed eucaristica, del crescente richiamo di fedeli devoti ed ammirati dall’umiltà e dalla semplicità schiva di questo frate; in questi anni cominciano le prime manifestazioni di fatti straordinari: alcuni confratelli lo vedono elevarsi in estasi, parlare con la Vergine “a voce alta e con confidenza di figlio”. Nel 1865 torna al convento del suo paese natale e qui rimarrà per circa venti anni. Sono anni duri, per le conseguenze della legge di soppressione del 7 luglio 1866 che mira alla confisca del patrimonio ecclesiastico. A Padre Raffaele viene concesso di rimanere in convento, unico caso della Provincia Monastica. Nel 1866 Viene trasferito a Morcone, dove ricopre l’incarico di padre spirituale dei novizi. Il 18 settembre 1900, accolto da una incredibile devozione popolare, torna a Sant’Elia a Pianisi in umiltà. Dalla metà di dicembre, data l’età, non è più in grado di celebrare la Santa Messa. La sera dell’Epifania del 6 gennaio 1901, era sereno e nulla faceva presagire la sua fine che giunse, inaspettata dagli altri, ma tanto attesa e desiderata dal santo religioso tra le 20,30 e le 22,00 proprio a conclusione di quel giorno festivo.

Il 26 aprile 1936 le spoglie mortali di Padre Raffaele vengono traslate nella chiesa del Convento, dove sono conservate e venerate. Nel 1949 viene avviata la causa di beatificazione. Il processo informativo diocesano viene chiuso in modo affrettato nel 1951. Il 14 dicembre 2000, il Postulatore Generale fr. Paolino Rossi nomina fr. Camillo Colavita Vice Postulatore per l’istruttoria del Processo Diocesano sulla vita, virtù e fama di santità del Servo di Dio Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi. Il 5 febbraio 2003 l’Arcivescovo Metropolita di Benevento, Mons. Serafino Sprovieri, insedia la Commissione Storica presieduta da Mons. Elia Testa. La Commissione ebbe così a procedere alla ricerca e alla raccolta di tutti gli scritti editi e inediti del Servo di Dio, di tutti i documenti e di tutte le fonti scritte riguardanti la causa di beatificazione. Il 17 giugno 2006, in occasione del 190° anniversario della nascita di Padre Raffaele da S. Elia, c’è stata la chiusura ufficiale del processo diocesano sulla vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio. Il 28 settembre 2019, con una solenne celebrazione presieduta da S. E. Mons. Marcello Bartolucci, segretario della Congregazione per le Cause dei Santi, veniva solennemente proclamato a Sant’Elia a Piansi il decreto di venerabilità di Padre Raffaele, un traguardo atteso da anni che ha chiuso tutta la fase processuale aperta già il 16 marzo 1950 e, dopo una sospensione piuttosto lunga, ripresa con una inchiesta diocesana suppletiva dal 17 aprile 2003 al 23 marzo 2006, segnando in modo significativo il cammino verso la beatificazione. Padre Raffaele cappuccino, monaco Santo suscitò devozione nell’animo di Padre Pio da Pietrelcina. Quando, 25 gennaio 1904, il giovane Francesco Forgione giunse nel convento molisano per iniziare gli studi ginnasiali o di retorica, rimase intimamente colpito da una scritta che, dallo stipite di una porta, attirò la sua attenzione: “In questa cella il Servo di Dio Raffaele da Sant’Elia a Pianisi pienamente visse santamente morì il 6 gennaio del 1901”. Di questo” santo” frate egli aveva già sentito parlare a Morcone, durante il noviziato. Visitò subito dopo la piccola stanza e approfondì la conoscenza della figura e dell’esemplarità del grande confratello che mai più dimentico. Il 5 aprile del 1956, infatti, a San Giovanni Rotondo, scrisse: “O anima candida ed eletta di padre Raffaele, io non sono stato degno di far parte di coloro che ti hanno conosciuto nel tuo pellegrinaggio terreno, ma ringrazio Iddio, che mi ha fatto conoscere al profondo delle tue virtù. La tua vita mi rapisce la mente ed il cuore, e piaccia a Dio di poterti, anche in minima parte, imitare. Ora che tu godi la visione di Dio, prega per me per la provincia monastica, affinché lo spirito tuo e quello del Serafico padre risplendano sempre più nei singoli suoi figli”.

L’umiltà, che lo caratterizzava, gli fece esprimere la sua indegnità. In proposito disse: “Il sacerdote deve essere puro come l’acqua, perché è grande la sua responsabilità; il fratello non chierico è in condizioni di salvarsi con più facilità”. Praticò l’ascetica ed ebbe esperienze mistiche, le quali non sfuggirono al popolo di Dio che, circondando di stima e di affetto il monaco santo.

Un suo confratello, il Padre Bernardino a San Giovanni Rotondo, che fece con il santo noviziato, scrisse: “La vita di Padre Raffaele fu una storia di edificante pietà, di una umiltà la più profonda, di una semplicità la più ingenua e di un candore il più illibato e celestiale. Il suo tirocinio non fu luminoso per grandiose gesta, per onorifiche cariche, o meno per la profondità di sapere; fu grande nella piccolezza, fu glorioso nella sua umiltà, fu proficuo nel suo ritiro”. Si trattava di una testimonianza che, nella sua essenzialità, conteneva il preludio di una glorificazione che in molti fiduciosi hanno atteso. Con questo spirito la Proloco Planisina, insieme all’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo del Molise, e le tante comunità che accolsero il Monaco Santo: Sant’Elia a Pianisi, Campobasso, Morcone, Benevento, Serracapriola, Torremaggiore, Agnone, Bovino, Larino, intende connettere tali realtà regionali e extraregionali in un circuito ben definito che propone un Patto di Fratellanza auspicante un cammino religioso che gravita attorno alla figura di Padre Raffaele e ampliare quello esistente, riconosciuto dalla CEI e dal MIC, proponente i luoghi di Padre Pio. Proprio in occasione della rappresentazione scenica che si tiene ogni anno e che pavoneggia l’essere del brigante, il giorno 21 agosto a partire dalle ore 18,00 si terrà a Sant’Elia a Pianisi un incontro che determinerà le successive fasi del progetto.

 

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