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Elezioni Europee: il manifesto della Coldiretti rivolto ai futuri Europarlamentari.



Coldiretti ha sintetizzato in 10 punti le richieste ai nuovi eletti alle nuove Istituzioni Parlamento europeo che scaturiranno dalle imminenti elezioni. I punti, contenuti nel “Manifesto” elaborato dall’Organizzazione e indirizzato ai nuovi vertici di Bruxelles, intitolato “L’Europa che vogliamo”, mira a rilanciare l’agricoltura, valorizzare il ruolo dei produttori, difendere qualità e trasparenza dei prodotti agroalimentari, sostenere il reddito degli agricoltori.

Un documento dettagliato che parte dagli aiuti della Pac (Politica agricola comune) che Coldiretti chiede di incrementare per due finalità strategiche: assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale. Coldiretti a questo proposito ribadisce la funzione della Pac “uno strumento prioritariamente agricolo e non ambientale” da cui dipende il futuro del cibo e conseguentemente stabilità, pace e democrazia.

Il messaggio è chiaro: basta con le politiche “ideo-ecologiste”, mai più strategie scritte contro l’agricoltura, ma investimenti anche per favorire il ricambio generazionale e assicurare così il futuro all’Unione europea. Collegato strettamente a questa richiesta un altro intervento importante: il riconoscimento del ruolo degli agricoltori come custodi degli ecosistemi e della biodiversità.

Terzo punto fondamentale e centrale nell’azione che Coldiretti: l’obbligo dell’etichetta con indicazione di origine per tutti gli alimenti e abolizione della regola del codice doganale sull’ultima trasformazione. Una richiesta sostenuta con la petizione mirante a chiedere una legge europea ad hoc, di iniziativa popolare, che sta procedendo con grande successo anche in Molise.

Nella difesa a 360 gradi del cibo rientra anche la richiesta di stop alle importazioni che non rispettano gli standard europei e italiani. La parola d’ordine non può che essere una: reciprocità; per scrivere la parola fine alla concorrenza sleale.

La difesa del cibo si basa anche sul no al Nutriscore, l’etichetta nutrizionale che inganna i consumatori e danneggia i prodotti di qualità, e al cibo realizzato in laboratorio. Grazie alla Coldiretti la questione dei prodotti alimentari artificiali è diventata di dominio pubblico.

Il nostro Paese ha varato una legge che vieta produzione, trasformazione e importazione che è diventata un modello. Dodici Paesi dell’Unione Europea hanno infatti sottoscritto un documento che prevede una moratoria sul cibo a base cellulare. Dall’altra parte dell’oceano Florida e Alabama hanno varato una normativa analoga a quella nazionale.

Altra questione chiave per garantire una dieta sana e di qualità è il riconoscimento di un giusto reddito per gli agricoltori. Per Coldiretti la Pac dovrà incentivare un modello che favorisca gli accordi di filiera affinché nella catena del valore non venga svantaggiato l’anello dei produttori.

Al settimo punto del “Manifesto” troviamo la semplificazione delle regole dello sviluppo rurale ed il rafforzamento degli investimenti in ricerca a partire dalle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) ovvero nuove biotecnologie aventi lo scopo di ottenere piante più resistenti alle malattie e ai parassiti e agli stress climatici, e la formazione. La promozione dell’innovazione deve diventare, per Coldiretti, un driver della Ue.

Tra le proposte vi è poi anche una campagna di sostegno all’agricoltura di precisione, investimenti europei per sistemi di intelligenza artificiale per superare i ritardi su questo fronte presidiato dai giganti tech di Stati Uniti e Cina. Altro capitolo quello della gestione dei rischi che deve puntare anche a una maggiore flessibilità e velocità nell’accertare i danni e nella ricostruzione del capitale di anticipazione per assicurare la continuità dell’azienda. Il tutto senza dimenticare il contenimento della fauna selvatica necessario per tutelare il reddito degli agricoltori. Ultimo, ma non certo per importanza perché potrebbe rappresentare la vera svolta, la cancellazione della burocrazia che oggi – denuncia Coldiretti – obbliga gli agricoltori a produrre più carte che alimenti.

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