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Campobasso è debole, lavoreremo insieme per farla tornare grande.



Campobasso non è forte, ma debole. Ha perso, nel corso di questo decennio a guida centrosinistra, la sua centralità e l’orgoglio di essere Capoluogo di questa regione. Ma Campobasso è il Molise e il Molise è Campobasso: la mia città, la nostra città, è l’emblema storico della molisanità, il centro che ha il dovere e l’obbligo morale di servire al meglio il resto del territorio favorendone così salvaguardia e sviluppo.
In questi giorni, sono state tante le emozioni che ho provato. La politica è tornata a bussare alla mia porta, ponendo la domanda più importante che si possa porre ad un cittadino che ama le sue origini, la propria terra e le persone che la abitano. La domanda, formulata da tutta la coalizione di centrodestra, non poteva avere che una risposta: sì. Perché quando ti viene chiesto se vuoi guidare la tua città per i prossimi anni, quella in cui sei nato, nella quale vivi e hai, da sempre, vissuto, le cui mura ogni giorno ti ricordano di com’era bella e gioviale e di come sia diventata oggi, non puoi sottrarti.
Tali sfide, però, nessuno può affrontarle da solo. In qualità di candidato sindaco del centrodestra, ma anche e soprattutto di padre e di nonno, chiamo a raccolta tutti i cittadini – al di là della appartenenza sociale, politica e culturale – che come me hanno a cuore le sorti del Capoluogo e non vogliono arrendersi all’immobilismo e al declino. Il PD prima e i Cinque stelle dopo, con la loro politica ideologica e populista, hanno trascinato Campobasso nel baratro, senza più una identità e afflitta da spopolamento, incuria e vittima di una serie di scelte sbagliate e prive di una visione e di una strategia ambiziosa.
E’ giunto il momento di voltare pagina, di restituire la città ai giovani non a parole ma attraverso una serie di politiche forti e concrete, che porteranno risorse importanti sul territorio e daranno vita ad una serie di progetti: riqualificazione del centro storico e delle periferie, rilancio dell’occupazione attraverso una solida collaborazione con l’Unimol, infrastrutture digitali, un nuovo welfare, una crescita turistica e culturale strutturale e non più confusa e improvvisata.
Poche, ma fondamentali e incisive azioni. Non slogan. Nessuna promessa di rivoluzione, da accantonare poi alla fine delle ostilità elettorali. Il mio è semplicemente un impegno di onestà, dedizione, trasparenza. Per Campobasso e i campobassani, per riscoprire insieme l’orgoglio di vivere in questa città.

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