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Comunali’24, De Benedittis(cdx):”Riavremo una Campobasso gentile, viva, ottimista, moderna e alla portata di tutti, soprattutto ad anziani e bambini”.
Maggio 6, 2024

“Nostalgia…Un ritorno sognato che cammina sui ricordi delle nuove generazioni”. Il CPIA Maestro Alberto Manzi e il Villaggio della cultura costruiscono ponti oltreoceano.

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Un incontro spontaneo e inaspettato, che apre la mente su un passato antico e assopito sull’anima, i miei nonni tra America e Francia che sognavano di tornare in Italia, una chiacchierata amichevole con Marica Mastropaolo e Silvio Giorgio dell’Associazione Il villaggio della cultura presso la presidenza della scuola che con orgoglio dirigo, il CPIA M. Alberto Manzi che si occupa tra le tante attività dell’alfabetizzazione degli alunni stranieri, nuovi migranti che portano con sé storie di sfruttamento e di dolore. Nasce così un progetto
vivace, un corso base gratuito on line che indossa il nostro tricolore per oriundi di lingua inglese e spagnola residenti all’estero che sappia tener conto del fuso orario di Argentina, Canada e Stati Uniti …un entusiasmo contagioso che ha coinvolto le mie appassionate docenti Chiara Bochicchio, Filomena DiLisio e Antonietta
Lamenta.
Gli iscritti in partenza sono 53 ma il numero in poco
tempo inizia a salire con una fascia di età che va dai
10 agli 84 anni, la maggior parte condividono origini
italiane soprattutto molisane e le motivazioni che li
muovono ad apprendere l’italiano sono varie ma
quella su cui io, Marica e Silvio ci soffermiamo è una
motivazione che ha un sentire profondo, di nipoti che
portano con sé tracce di vita di nonni Italiani dei quali
tentano di ricreare gli odori, i profumi, i sapori, le
voci, i suoni e le cadenze, i canti e le musiche, gli
aneddoti e i piccoli orizzonti quotidiani della loro terra
perduta. Tracce di una potente nostalgia, il dolore del
ritorno, sognato e spesso mai più realizzato, come recita il potente etimo greco. Una nostalgia tramandata e
affidata ai più piccoli che nutre nelle generazioni successive un bisogno incontenibile di sentire ancora le
parole, le voci, l’idioma di Casa che diventa un custode di ricordi.
Un esodo imponente, un addio faticoso quello degli italiani che dal 1861 ha lacerato il nostro paese con
ventiquattro milioni di partenze che sradicavano vite e spezzavano famiglie.
“Tra il 1876 e il 1915 emigrarono ben 175.000 molisani, vale a dire la metà della popolazione allora residente
nella nostra regione. Nel secondo dopoguerra ci sarà un’altra emigrazione importante sia verso l’America sia
verso le nazioni europee situate a nord della nostra penisola. I primi emigrati di fine ‘800 dopo i difficili
momenti iniziali di ambientamento, riuscivano a farsi rispettare lavorando sodo e, non senza tanti sacrifici, in
pochi tornavano a casa portando risorse notevoli per aiutare i congiunti rimasti in Italia, viaggi oltre oceano
che diventavano un’odissea, ma molti altri restavano in terra straniera con un sogno irrealizzato di tornare
dove c’erano le radici secolari e gli affetti indimenticabili”(F. Carmosino- L’orrore delle guerre, l’onore dei
caduti-millemotivi castel di sangro- Cap. 2 p.17).
Un’emigrazione da subito di lungo periodo, chi partiva per destinazioni extraeuropee sapeva che non sarebbe
tornato. Un addio, dunque, durissimo. Viaggi disperanti di speranza di chi spesso non aveva un’istruzione e si
affidava al destino o alla Provvidenza e con umiltà poteva lavorare solo come bracciante, manovale, o
minatore tenendo stretto a sé il sogno di trovar fortuna. Sentimenti contrastanti che segnavano i giovani volti,
solcandoli di amarezza e rimpianti, foto sbiadite in bianco e nero espressive e dense di parole ed emozioni
non dette con lo sguardo senza luce di chi alla ricerca del riscatto porta con sé l’amore per la propria terra…e
lo tramanda instancabilmente come cantastorie ai più piccoli che nel frattempo crescono con il desiderio di
riportare a casa un pezzo di cuore dei propri nonni, riallacciando i fili interrotti di una lingua che riecheggia
nelle stanze ormai vuote dei ricordi.
Bisogno di appartenenza e di attaccamento sostengono la creazione di “isole” di connazionali, sono tante le
associazioni che costruiscono ponti come il Centro Molisano “Sant’Elia” – LA PLATA in Argentina, grazie al
quale, molte iniziative come questa vengono pubblicizzate e sostenute per accorciare le distanze.
L’atmosfera in presidenza si fa leggera, quasi sospesa…rarefatta, penso ai miei studenti superstiti di traversate
contemporanee ma con una eco di antico dolore, penso alla foto del passaporto di mia nonna, dove su un
volto scavato si stagliavano occhi grandi con labbra strette d amarezza, penso a mio padre, alle mie radici
spezzate che seppur invisibili continuano a nutrirmi…e poi i miei occhi incrociano quelli di Marica e Silvio
accesi perché stanno realizzando un sogno e sento un desiderio enorme di dar voce a quei suoni, a quelle
canzoni, a quelle storie raccontate da non dimenticare perché racchiudono un’eredità inestimabile di affetti
da preservare. E così prende il via un corso base online gratuito ogni mercoledì dalle 20.00 alle 22.00 ora
ITALIANA!
Uomini vanno col fardello carico
di stracci e di illusioni, chissà dove.
Partono!
Parte tutta la mia gente
per approdi lontani.
Partono all’alba, come i condannati…
Sabino d’Acunto
“Elegia Molisana”
“Non piangete la mia assenza. Sentitemi vicino. E parlatemi, ancora…in italiano”.
Le parole scritte in italiano sulla lapide di Renata P.
nel cimitero inglese di Melbourne,
Fawker Memorial Park,
… un poetico giardino.

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