L’approvazione della Legge sul cibo artificiale è un risultato che tutela la qualità, la salute e i primati Made in Italy. Lo ha detto il Presidente regionale di Coldiretti Molise, Claudio Papa, presente ieri a Largo Chigi a Roma con il Direttore regionale dell’Organizzazione, Aniello Ascolese, ed una foltissima rappresentanza di imprenditori agricoli molisani, fra cui moltissimi giovani. Dinnanzi a Palazzo Chigi, sede del Governo, con il Presidente nazionale Ettore Prandini ed il Segretario generale Vincenzo Gesmundo, si sono ritrovati migliaia di agricoltori e allevatori Soci della Coldiretti, provenienti dalle varie regioni italiane per attendere l’approvazione del testo.
La Legge, che aveva già ottenuto il via libera dal Senato, è stata approvata nel giorno del compleanno dell’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, avvenuta il 16 novembre del 2010. Il testo vieta di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali. Una legge – ha evidenziato il Direttore Ascolese – a difesa delle nostre produzioni agroalimentari, ma anche un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare.
Dopo l’approvazione definitiva della legge per fermare i cibi costruiti in laboratorio nei bioreattori – ha annunciato il Presidente Papa – la battaglia si sposta ora in Europa dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini. Non è la prima volta – ha aggiunto – che facciamo da pionieri in Europa. L’Italia, proprio grazie al pressing di una raccolta di firme della Coldiretti, è stata il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando l’Unione Europa, con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato.
Il testo varato dal Parlamento nazionale, spiega Coldiretti, pone dunque il nostro Paese all’avanguardia e trova terreno favorevole anche in buona parte dell’opinione pubblica europea, dove si sta diffondendo una nuova consapevolezza circa i pericoli legati a una tecnologia dai contorni oscuri, con molte incognite che rischia di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda. Una eventuale richiesta di autorizzazione alla commercializzazione, che dovesse pervenire alla Ue – spiega ancora Coldiretti – non potrebbe essere valutata con le procedure ordinarie dei novel food, ma in considerazione degli ingredienti utilizzati vanno applicate nell’Unione Europea le stesse procedure previste per i medicinali, che necessitano di approfondite prove sperimentali.
Una esigenza alla luce del fatto che, dalle allergie ai tumori, sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio, individuati nel Rapporto Fao e Oms che parla di “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito dalle industrie produttrici perché più accattivante ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali, che rilevano peraltro come la parola “sintetico” sia usata anche dal mondo accademico oltre che dai media.
Non è un caso – sottolinea ancora Papa – che in Paesi dove è stata consentita la vendita di tali ‘cibi’, come ad esempio Israele, prima del consumo venga chiesta la firma su una liberatoria dalle responsabilità e conseguenze sulla salute. Sull’argomento vi sono inoltre anche apprensioni sul piano ambientale. I risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi dell’Università della California a Davis – ha concluso Papa – hanno, infatti, evidenziato che il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica, definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto, è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.