L’autunno del 1943 fu disseminato da bombardamenti tattici alleati tesi a distruggere le principali vie di comunicazione e le zone in prossimità del fronte che però portarono a tante vittime civili. Particolarmente colpiti furono i paesi del centro Italia sparsi tra la linea Gustav e la linea Gotica. Venafro non fu risparmiata e in quelle tragiche giornate d’ottobre morirono 18 civili: Lucio e Paolo Andreozzi, Giovanni Colangelo, Luigia Conte, Antonio Giannini, Maria Carmela Iannacone, Giacinta Leva, Clara, Filomena e Giacomina Natale, Fernando Ottaviano, Bambina Policella, Crescenzo Ricchiuti, Emilia Tagliaferro, Michelina Testa, Mario e Nicandro Vaccone e Giuseppina Verrecchia.
Nel corso di una cerimonia svoltasi nell’area antistante il piazzale della Concattedrale domenica 15 ottobre, il Comune di Venafro, in collaborazione con l’Associazione WinterLine Venafro, ha predisposto una targa in memoria di tutte le vittime civili cadute sotto i bombardamenti alleati dell’ottobre ’43.
Con l’apposizione di questa targa è intenzione dell’Amministrazione comunale commemorare le vittime civili dei tanti piccoli bombardamenti che in diverse date del mese di ottobre del 1943 persero la vita sotto le bombe alleate – spiega il sindaco Alfredo Ricci. Un primo momento di ricordo, con una cerimonia sobria, lo avevamo proposto nel 2019 grazie all’interessamento del compianto consigliere Annamaria Buono, con la promessa, allora, di poter dare adeguata memoria a quelle vittime, poi la pandemia ha bloccato tutto, ma l’intenzione di colmare la mancanza storica è rimasta forte, di qui la cerimonia di domenica organizzata insieme a WinterLine Venafro; associazione a cui vanno i ringraziamenti dell’Amministrazione comunale per farsi promotrice di eventi importanti per la valorizzazione della memoria storica legata in particolare al Secondo Conflitto Mondiale.
L’apposizione della targa nel piazzale antistante la Concattedrale – conclude il Sindaco – non è casuale, perché questi bombardamenti si concentrarono nella zona degli oliveti del Campaglione, e vuol essere non solo un percorso di memoria per onorare e ricordare le vittime, ma un monito affinché la storia sia strumento di insegnamento presente per orientare il futuro, riflessione che assume ancor più profondità in questi giorni.