Si allarga l’inchiesta sulle truffe legate ai bonus edilizi partita dalla provincia di Isernia e arrivata a coinvolgere diverse regioni: la Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo d’urgenza ordinato dalla procura di Isernia, guidata dal procuratore Carlo Fucci, e convalidato dal gip, riguardante crediti fiscali inesistenti per un valore complessivo di 4 milioni e 100mila euro.
Il provvedimento fa seguito ai sequestri già effettuati nello scorso mese di marzo, quando furono arrestate quattro persone, sempre nei confronti della stessa società che ha sede legale a Isernia, ma opera prevalentemente in Calabria.
L’allora rappresentante legale della ditta è stato ora sottoposto a una misura interdittiva: il divieto di esercitare impresa.
Nella prima fase delle indagini vennero individuati come inesistenti e sequestrati crediti fiscali per oltre 600 mila euro. I successivi approfondimenti coordinati dal procuratore hanno fatto emergere come in realtà tutti i crediti fiscali ottenuti dalla società tramite il sistema dello sconto in fattura per lavori edilizi soggetti ad incentivi statali con il credito di imposta, riguardavano interventi mai svolti o mai completati, per un ammontare complessivo di oltre 4 milioni e 700mila euro.
Complessivamente sono state riscontrate 162 pratiche relative a lavori o forniture mai avvenuti su altrettanti immobili delle province di Isernia, Campobasso, Napoli, Roma, Milano e in particolare nelle province della Calabria. Tra gli edifici destinatari dei lavori fittizi, così come era emerso a marzo, c’era anche l’antico castello di Torrella del Sannio (Campobasso), del quale uno dei proprietari, un uomo deceduto da tempo, risultava intestatario di fatture per 145mila euro riguardanti interventi in regime di ecobonus mai effettuati.
In particolare – evidenzia il procuratore Fucci – mentre nella maggior parte dei casi la totalità dei lavori fatturati e di conseguenza i crediti d’imposta maturati, sono risultati inesistenti, in altri casi c’è stata una parziale o minima fornitura o prestazione a fronte però di una fatturazione per somme ben maggiori e a fronte di committenti del tutto ignari che non avevano mai ricevuto la relativa fattura o effettuato il relativo pagamento. Alcuni esempi: sono stati riscontrati costi fatturati per oltre 8 mila euro a fronte della fornitura di una caldaia del valore di 800/1000 euro; oppure 4.600 euro per la fornitura di un condizionatore del valore di 500/600 euro. Il procuratore Fucci si è complimentato con il comando provinciale della Guardia di Finanza, diretto dal colonnello Franco Tuosto, anche perché hanno già consentito una cospicua riduzione del danno che sarebbe stato arrecato allo Stato e dunque alla collettività.
Fonte: ANSA.