Dopo un calvario durato oltre 11 anni è stata fatta giustizia. La Faisa Cisal Molise, che ha sempre sostenuto i lavoratori, oggi può finalmente esprimere la propria soddisfazione.
A seguito di infinite riunioni, contestazioni, ricorsi giudiziari fino alla Corte di Cassazione, finalmente la Corte di Appello di Campobasso – sez. Lavoro, in diversa composizione, ha accolto le richieste dei dipendenti della società Larivera/Atm che hanno avuto la tenacia di resistere alle scelte datoriali di porli in CIGS, avallate dall’allora assessore al lavoro della Regione Molise.
La vicenda è l’ennesimo esempio di pessima amministrazione, infatti nel 2011, la Regione Molise ha approvato la richiesta di cassa integrazione in deroga presentata soltanto dalla società Larivera S.p.A., poi confluita nella Atm S.p.A., in spregio alle norme vigenti ed alle più elementari regole di correttezza:
– mancanza dei presupposti per la concessione della CIGS;
– mancanza di una corretta comunicazione iniziale della procedura alle OO.SS.;
– assenza di una corretta informazione nelle riunioni con le OO.SS. per gli esami congiunti;
– l’inesistenza di un valido programma di risanamento aziendale.
In questo caso, grazie anche all’assistenza degli avvocati Giovanni Baranello e Salvatore Fratangelo, i lavoratori sono riusciti a farsi riconoscere i loro diritti dopo un’estenuante battaglia contro l’Azienda.
La domanda che adesso ci poniamo è: chi risarcisce i patemi d’animo dei dipendenti e soprattutto chi paga per l’ennesimo sperpero di denaro pubblico? Ha la Regione stornato la quota di contributo per il costo del lavoro remunerato dall’INPS? Noi crediamo di no!
In questi anni tante irregolarità segnalate dal nostro sindacato sulla gestione del trasporto pubblico sono cadute nel vuoto, senza aver mai ricevuto l’attenzione dovuta da parte degli Enti e dei soggetti preposti, a discapito dei dipendenti e della collettività.
Nonostante le avversità, continueremo imperterriti a vigilare e combattere per far rispettare i diritti dei lavoratori.