Si è svolto a Termoli, presso il Cinema Sant’Antonio, l’incontro sui futuri scenari costituzionali dell’autonomia regionale condotto da Antonello Barone, ideatore del Festival del Sarà, che per l’occasione ha avuto modo di dialogare con Marco Olivetti, Professore di Diritto Costituzionale della LUMSA.
Si è trattato di un’interessante ed ampia riflessione su un tema presente nell’agenda politica nazionale, in vista anche del voto nella nostra regione del 25 e 26 giugno prossimi, sul quale è stato chiamato a esprimere le proprie opinioni anche Roberto Gravina, prossimo candidato alla presidenza della Regione Molise scelto dalla coalizione di centrosinistra.
Uguali diritti per tutti i cittadini in settori come sanità, istruzione, trasporti, energia. Questo è il tema reale e concreto al quale bisogna vincolare necessariamente ogni ragionamento ed eventuale azione quando si parla di autonomia regionale, almeno se andiamo a vedere ciò che il governo nazionale in merito rischia di proporci. – Ha dichiarato Roberto Gravina a conclusione del convegno – Un governo che, fra l’altro, già nella sua stessa maggioranza mostra di avere idee divergenti su questo tema.
Ciò che l’autonomia differenziata rischia di intaccare negativamente, riguarda materie importantissime per i cittadini, come salute, scuola, trasporti, ricerca, energia, credito e risparmio. I servizi essenziali, nel disegno di legge dell’autonomia differenziata, vengono solo delineati e, invece, per poter essere garantiti a tutti come è doveroso che sia, servono risorse economiche reali e concrete che il disegno di legge si guarda bene dall’indicare.
Come, allo stesso modo, – ha sottolineato Gravina – il disegno di legge non dà garanzie sul reale funzionamento del Fondo perequativo, previsto dalla Costituzione come strumento indispensabile al riequilibrio tra territori a maggiore e minore capacità fiscale. È fin troppo facile comprendere ciò che tutto questo insieme di cose rischia di produrre per i cittadini e soprattutto per i cittadini di regioni come il Molise, ovvero un ampliamento delle differenze tra i territori in termini di servizi e ricchezza. Andrebbe così a svanire anche ciò che sta alla base degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I 209 miliardi portati in dote all’Italia dal governo Conte nel 2020 servono, infatti, tra le altre cose, a colmare le distanze tra Nord e Sud del paese.
Da parte nostra, come coalizione di centrosinistra, – ha detto in conclusione Gravina – lavoreremo per salvaguardare e difendere i Lep, ovvero proprio quei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti in modo omogeneo a tutti i cittadini, visto anche che il disegno di legge prevede che la definizione degli stessi avvenga attravero decreti governativi senza un vero coinvolgimento del Parlamento.