Che fosse una Regione sull’orlo della bancarotta era cosa nota.
Che fosse stata portata a questo punto critico da un tecnico dei Conti anche.
Ma che la Giunta di centrodestra, nel suo complesso, non avesse dato direttive su che cosa l’Ente regionale potesse spendere, in assenza di un bilancio preventivo approvato, lo dovevamo ancora vedere.
Infatti, “La gestione provvisoria è limitata all’assolvimento delle obbligazioni già assunte, delle obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi e di obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge, al pagamento delle spese di personale, delle spese relative al finanziamento della sanità per le regioni, di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni, imposte e tasse, ed, in particolare, limitata alle sole operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente.”
Solo bollette, quindi, stipendi al personale e poco altro, in cui non dovrebbe rientrare neanche l’attivazione delle consulenze fatte in questo periodo.
Ma la domanda è d’obbligo: riuscirà questa Giunta ridotta ai minimi termini ad approvare il bilancio previsionale?
La risposta pare essere scontata: NO.
E allora si chiede al “Presidente dei disavanzi ripianati”. Come già fatto per le squadre di calcio “fallite”, Lotito & Co e qualche santo romano stanno provando a trovare una soluzione, con qualche emendamento che consenta di spalmare il debito per salvare la “straordinaria” gestione molisana.
E la risposta è altrettanto scontata: l’emendamento neanche passa, bocciato prima di nascere.