La 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana continua la sua scalata verso il successo: ascolti da record anche per la quarta serata. Ben 11 milioni 121 mila italiani sono rimasti incollati allo schermo. La serata delle cover ha infatti registrato uno share del 66.5%, non succedeva dal 1987.
Sarebbe però più appropriato chiamarla soltanto serata dei duetti visto che soltanto la metà dei 28 artisti in gara ha portato sul palco di Sanremo una “cover” (Treccani: riedizione di una canzone di successo eseguita non dall’interprete originale ma da un altro), e ha visto oltre 56 nomi della musica presenti sul palco di Sanremo.
Ad aprire la quarta serata Ariete e Sangiovanni con Centro di gravità permanente di Franco Battiato, seguono Will e Michele Zarrillo con Cinque giorni e Elodie con Big Mama che ripropongono American woman, canzone dei The Guess Who del 1970 nota alle nuove generazioni grazie alla cover di Lenny Kravitz.
Dopo i Maneskin, a rappresentare la storia della musica italiana un recordman della kermesse con 15 presenze e due vittorie: classe 1939, Peppino di Capri è tra gli esponenti della musica napoletana più amati non solo in Italia ma anche all’estero. Torna al Festival per festeggiare 70 anni di carriera e dopo essersi esibito sulle note di Champagne, riceve il premio Città di Sanremo che definisce “lo aspettavo da tanto tempo, meglio tardi che mai”.
Olly sceglie di farsi accompagnare da Lorella Cuccarini in una versione contemporanea di La notte vola; duetto romano per Ultimo e Eros Ramazzotti con Adesso tu, Un’emozione per sempre e Più bella cosa: l’Ariston esplode in una standing ovation.
È il turno di Lazza che, insieme a Emma e Laura Marzadori, primo violino della Scala di Milano, emoziona il pubblico con La fine di Nesli nella versione reinterpretata da Tiziano Ferro. Tananai con Don Joe ripropone invece Vorrei cantare come Biagio Antonacci di Simone Cristicchi, tormentone dell’estate 2005, quando a sorpresa sale sul palco proprio Biagio Antonacci: è il momento di Sognami e di Quanto tempo ancora.
Shari e Salmo duettano su Hai scelto il diavolo in me di Zucchero mentre Gianluca Grignani e Arisa su Destinazione Paradiso, classico intramontabile del 1995.
Amadeus accoglie poi l’invito del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e ricorda le vittime dei massacri delle foibe leggendo una lettera di Egea Haffner, la bambina con la valigia di cartone e la scritta “esule giuliana” diventata simbolo dell’esodo giuliano-dalmata.
La Rappresentante di Lista porta sul palco del Suzuki Stage Diva e Ciao Ciao mentre Leo Gassman duetta con Edoardo Bennato e il Quartetto Flegreo in un medley dei successi firmati dallo stesso Bennato.
Gli Articolo 31 festeggiano la loro reunion insieme a Fedez, segue uno dei duetti più attesi della serata, quello di due leggende della musica italiana: Giorgia e Elisa ripropongono Luce (Tramonti a nord est) e Di sole e d’azzurro, i brani con cui si classificarono rispettivamente prima e seconda a Sanremo 2001. Tutto il pubblico è in piedi.
Dalle finestre degli italiani al palco dell’Ariston: è Azzurro di Vito Pallavicini e Paolo Conte interpretata da Colapesce e Dimartino con Carla Bruni.
Sul palco anche il cast di Mare Fuori, la fiction dei record. A sole 24 ore dal rilascio della terza stagione su Rai Play infatti la piattaforma ha registrato 8 milioni di visualizzazioni. Quella del Festival della Canzone Italiana è stata l’occasione per lanciare i nuovi episodi e la messa in onda della terza stagione dal 15 febbraio su Rai 2.
I Cugini di Campagna e Paolo Vallesi duettano in un medley dei propri repertori per poi lasciare spazio a Marco Mengoni con il Kingdom Choir e alla straordinaria Let it be dei Beatles.
In collegamento dalla Costa Smeralda Takagi e Ketra. È poi la volta di un fondatore del rock italiano e di un debuttante che vuole rendergli omaggio: gIANMARIA e Manuel Agnelli si esibiscono sulle note di Quello che non c’è degli Afterhours.
Quando Cesare Cremonini scrisse Qualcosa di grande andava ancora al liceo, oggi questa canzone continua ad occupare un posto importante nell’immaginario del pubblico e dei musicisti: a portarla sul palco di Sanremo 2023 Mr. Rain e Fasma.
Doveroso anche un omaggio al cantore degli ultimi, Fabrizio De André. A riproporre Via del Campo due talenti della nuova canzone d’autore italiana: Madame e Izi. I Coma_Cose e i Baustelle, tra le band più sofisticate del pop rock italiano, scelgono invece Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri.
Rosa Chemical e Rose Villain si esibiscono con America, il primo grande successo di Gianna Nannini; seguono i Modà e Le Vibrazioni con Vieni da me, Levante e Renzo Rubino con Vivere di Vasco Rossi che iniziò a muovere i primi passi nel mondo della musica proprio al Festival.
Anna Oxa porta alla kermesse Un’emozione da poco, canzone che segnò il suo debutto nel 1978. Ad accompagnarla il dj iLjard Shaba.
La gara prosegue con Sethu e i bnkr44 con Charlie fa surf dei Baustelle, LDA e Alex Britti con Oggi sono io, Mara Sattei e Noemi con L’amour toujours di Gigi D’Agostino, Paola & Chiara con Merk & Kremont in un medley dei loro successi che le resero celebri nei primi anni Duemila. Chiudono la serata delle cover i Colla Zio e Ditonellapiaga con Salirò di Daniele Silvestri.
Co-conduttrice della quarta serata Chiara Francini che porta sul palco dell’Ariston tutta se stessa con la vivacità, l’esuberanza e l’irriverenza che la contraddistingue. Nel suo monologo però lascia intravedere un’intimità nascosta che non lascia trasparire spesso. Rivolgendosi ad una culla vuota parla al figlio mai avuto eppure tanto desiderato e racconta della paura di non essere pronta, di non essere all’altezza, di non essere abbastanza, che ogni madre deve affrontare.
Arriva un momento nella vita in cui è chiaro che sei diventato grande: quando hai un figlio. Ora io un figlio non ce l’ho però credo sia una cosa dopo la quale è chiaro non potrai più essere più giovane come lo eri a sedici anni, col motorino, la discoteca e il liceo. E c’è un momento, nella vita, in cui tutti intorno a te cominciano a figliare. È una valanga. […] Quando qualcuno ti dice che è incinta e tu non lo sei mai stata, non sai mai che faccia fare. C’è qualcosa che ti esplode dentro, una specie di buco in mezzo agli organi vitali. E non c’è spazio per la tua paura, per la tua solitudine perché devi festeggiare.
E poi a un certo punto io mi sono accorta che il tempo passava e che se non mi sbrigavo io, forse, un figlio non lo avrei mai avuto. E se anche mi sbrigavo, poi, non era mica detto. Perché anche quando ti decidi che è il momento giusto poi, magari, il corpo ti fa il dito medio e tu, allora, rimani col dubbio di aver sbagliato, di aver aspettato troppo, di essere una fallita.
Chiara Francini riesce ad essere immensa quando si fa portavoce di tutte quelle donne che non sono madri, per scelta oppure no, e che ogni giorno fanno i conti con le colpe attribuite dalla società e che contribuiscono a farle sentire incomplete. O peggio ancora, sbagliate.
Al termine della quarta serata è stata decretata la top five delle cover: a vincere Marco Mengoni con il Kingdom Choir seguito da Ultimo, Lazza, Giorgia e Mr. Rain. Il cantante originario di Ronciglione si è portato a casa la lanterna in filigrana di Campo Ligure consegnatagli dal presidente della Regione Giovanni Toti e il premio Festival della Canzone Italiana ricevuto dal presidente del consiglio comunale di Sanremo, Alessandro il Grande.
Tamara Santoro