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Campobasso: Il sindaco Gravina al Giardino del Ricordo Vittime delle Foibe, “Bisogna tenere vivo il ricordo delle vittime di un vero e proprio sterminio etnico” 
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Giornata del ricordo massacro delle Foibe: i messaggi delle Autorità politiche regionali.



Senatore Della Porta e Onorevole Lancellotta:

“In primis, il ricordo di tutti noi va alle migliaia di vittime dei massacri delle Foibe da parte dei partigiani comunisti (la tecnica di eliminazione nelle foibe era già stata collaudata e praticata dalle bande partigiane di Tito nella prima invasione dell’Istria, dopo l’8 settembre 1943, ndr) e all’esodo giuliano-dalmata – il pensiero dei parlamentari molisani di Fratelli d’Italia – Partiamo sempre dal presupposto che il ricordo e l’analisi storiografica degli eventi, che hanno scandito il nostro passato, siano elementi indispensabili per non commettere nuovamente gli stessi errori”.

“Gli avvenimenti tragici della storia vanno ricordati, parlandone e riflettendone con i più giovani, affinché si comprenda come la prepotenza sia da tenere lontana in ogni ambito della nostra società – hanno proseguito Della Porta e Lancellotta – L’analisi degli eventi della nostra storia è un impegno di civiltà, anche perché, come sappiamo la storiografia ha iniziato a parlare delle Foibe con un ritardo di 60 anni, fin quando in Italia con la legge numero 92 del 30 marzo 2004 fu riconosciuta ufficialmente questa tragedia, istituito il Giorno del Ricordo e riportata alla memoria di tutti una pagina nera della storia del ‘900”.

Donato Toma, Presidente Regione Molise:

” Le ideologie razziste dei regimi dittatoriali, sfociate nei crimini aberranti perpetrati a metà del Novecento, echeggiano ancora nelle pieghe più dolorose della storia della nostra patria.

Nel Giorno del Ricordo, quello in cui riemerge dall’oblio l’orrore delle foibe, un senso di nausea pervade le nostre coscienze. Sentiamo ancora forte l’odore putrido di quei comportamenti deviati e perversi, fondati sull’umiliazione dell’altro, sullo stupro delle povere anime che patirono il più atroce dei supplizi.

Erano cittadini del mondo, come noi. Migliaia di italiani dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia. Donne e uomini privati di qualsiasi forma di dignità umana, degli affetti, della vita. Ma non di quel valore universale insito nel loro sacrificio, che tutti noi, oggi, abbiamo il dovere di restituire al presente sotto forma di avvertimento.

Per lungo tempo la barbarie delle fosse comuni nel sottosuolo del Carso, dove una quantità enorme di nostri connazionali fu gettata dopo essere stata torturata e assassinata dalle milizie del regime di Tito, è stata negata alla verità storica. Ma quelle violenze inenarrabili sono parte del patrimonio generico dell’Italia repubblicana, di una memoria del sé e del noi nel tempo, che dobbiamo custodire collettivamente con responsabilità, amplificandola, tramandando la consapevolezza di quell’infamia, alle nuove generazioni. E’ un impegno civile cui non potremo mai sottrarci, come ineludibile dovrà essere il desiderio di conoscere e approfondire il nostro passato, quello felice e quello che ancora oggi ci atterrisce.

Ricordo, cordoglio e meditazione ci guidino in questa giornata e oltre, in Molise e ovunque nel mondo. Fuori dal buco nero delle foibe, fuori da qualsiasi condotta violenta e forma di prevaricazione, di oppressione del singolo, di un popolo o dell’intera umanità.”

Francesco Roberti, Sindaco di Termoli e Presidente della Provincia di Campobasso:

“Il Giorno del Ricordo come la Giornata della Memoria: due momenti di riflessione per rievocare due tra le più tragiche e tristi pagine del ‘900 e far sì che certi simili avvenimenti non avvengano mai più.
Le Foibe ci ricordano l’eccidio di migliaia di persone gettate nelle foibe dalle milizie della Jugoslavia comunista e l’esodo di circa 250mila italiani dall’Istria.
Una storia andata nell’oblio per 60 anni, fino all’istituzione nel 2004 del Giorno del Ricordo.
Il nostro pensiero va oggi alle migliaia di vittime e ai loro familiari. Sicuramente le sofferenze non potranno essere cancellate, ma l’odio e il risentimento sì.
Rispetto, collaborazione e dialogo tra i popoli e le Nazioni devono contraddistinguere le politiche di pace, lasciando alle spalle ogni ipotesi di forza e prepotenza.
Ancora oggi sono tante le guerre e, ormai, assistiamo da un anno a un conflitto nel cuore dell’Europa con le tante tristi e tragiche storie connesse.
Evidentemente ancora nel XXI Secolo abbiamo imparato poco degli errori del passato. Per questo, dobbiamo rivolgerci alle giovani generazioni, che ben guidate sicuramente sapranno aprire la mente per una nuova cultura di pace, civiltà e solidarietà tra i Paesi.”

Roberto Gravina, Sindaco di Campobasso:

“Nel nostro paese, le istituzioni e la società civile devono rappresentare un tutt’uno, soprattutto quando si tratta di onorare le vittime di genocidi e persecuzioni che hanno disseminato odio e dolore in ogni parte del mondo. – ha detto il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina – La coscienza di ciò che l’odio razziale ed etnico genera, dei conflitti che scatena a tutto campo, va resa evidente e portata, con il ricordo costante, a conoscenza dei più giovani. In questo, – ha sottolineato il sindaco Gravina – il mondo dell’istruzione nel suo complesso assume un ruolo decisivo nell’accompagnare le nostre giovani generazioni nell’approfondimento di temi che costituiscono memoria e patrimonio doloroso del nostro Stato, della nostra storia e della nostra popolazione. È per questo che sia oggi, nella Giornata dedicata al Ricordo delle Vittime delle Foibe, vero e proprio sterminio etnico perpetrato in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, e sia in occasione della Giornata della Memoria dello scorso 27 gennaio, la nostra Amministrazione ha voluto indirizzare il suo messaggio e le sue attività principalmente verso i più giovani, verso gli studenti. Sono loro che dovranno continuare, nel tempo, a tenere vivo il ricordo e la memoria delle sofferenze patite dai perseguitati e il dolore dei sopravvissuti alle tragedie della storia. Saper riconoscere i motivi di ciò che genera odio e discriminazione oggi come allora, è determinante per contribuire, ognuno in prima persona, a proteggere i principi democratici della società e della nazione in cui viviamo.”

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