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Verso le Regionali: troppo presto per capire quale Partito del CDX rivendicherà la candidatura alla Presidenza, figuriamoci per il toto-nomi.



Il 2022 si è concluso ormai da oltre una settimana ed il 2023 è cominciato, a livello politico, con la prosecuzione dei ragionamenti, delle interpretazioni e delle previsioni più o meno azzardate in merito ale prossime Elezioni regionali del Molise, che si dovrebbero tenere molto probabilmente tra Maggio e Giugno prossimi.

Se il 2022 a livello politico nazionale per il Centrodestra si è concluso nel migliore dei modi e cioè con la vittoria schiacciante alle politiche del 25 Settembre, con Giorgia Meloni nominata prima donna Presidente del Consiglio Italiano della storia Repubblicana, avendo portato il suo partito Fratelli d’Italia ad un risultato mai raggiunto da nessun altro movimento di Destra nel passato, e una volta formato il Governo ed iniziati i lavori con i primi provvedimenti licenziati dal nuovo Parlamento tra cui la Legge di Bilancio approntata in tempi da record, secondo le stime dei sondaggisti il partito di Giorgia continua a salire imperterrito nei sondaggi staccando di misura tutti gli altri, così come esponenzialmente cresce il gradimento della Premier negli italiani, il 2023 si annuncia un anno delicato e di sfide importanti per tutto il Centrodestra sia nazionale che a livelli locali poiché i cittadini di alcune Regioni: Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Molise si dovranno recare nuovamente ai seggi per eleggere i propri Presidenti di Regione ed i relativi Consigli Regionali.

Ovviamente il peso politico delle elezioni in Lazio ed in Lombardia non è certamente paragonabile a quello del nostro piccolo Molise, ma per gli equilibri interni alla coalizione di Meloni, Salvini, Berlusconi e centristi anche i risultati molisani avranno certamente risvolti a livello romano. Se in Lazio e Lombardia la campagna elettorale è già ufficialmente cominciata dovendo gli elettori recarsi al voto il 12 e 13 febbraio prossimi, in Friuli siamo in pratica ai nastri di partenza con il voto indetto nelle giornate del 2 e 3 Aprile 2023, nel nostro piccolo Molise le cose sembrano procedere a rilento, anzi quasi ferme del tutto agli occhi dei non addetti ai lavori sopratutto per quanto riguarda la coalizione del Centrodestra che attualmente governa in Regione.

Anzitutto dobbiamo sottolineare che per quanto riguarda gli elettori Molisani non è ancora stata fissata la data del voto, che potrebbe svolgersi entro e non oltre il 25 di Giugno, cioè non oltre i 60 giorni dalla scadenza naturale della legislatura in corso. La decisione sulla data del voto spetta al Presidente della Regione in carica. Chiarito questo primo e fondamentale punto e cioè che potrebbero mancare addirittura 6 mesi al voto, che tradotti in tempi politici sono un’eternità durante la quale potrebbe succederne di ogni, c’è un secondo ed obbligatorio passaggio da fare prima di spiegare il perchè è davvero troppo presto per azzardare ipotesi su quale partito rivendicherà la candidatura alla presidenza ed addirittura è fantascienza provare ad indicare nomi con relative percentuali di possibilità di essere indicato come candidato della coalizione di Centrodestra in Molise.

Il primo dato di fatto da dover gioco forza considerare per poi sviluppare un complesso risvolto politico, è che nelle Regioni chiamate al voto governate dal CDX, sono stati candidati nuovamente i Presidenti uscenti, Fontana in Lombardia e Fedriga in Friuli, di conseguenza potrebbe esserci già un accordo dei partiti della coalizione di riconfermare la candidatura all’uscente in ogni Regione amministrata, magari tenuto riservato per valutare eventuali colpi di scena dell’ultimo minuto. Se realmente ci fosse un accordo del genere a livello romano, in Molise sarebbe candidato nuovamente per il cdx alla Presidenza l’uscente Donato Toma, senza possibilità di dibattito in quanto il patto nelle altre Regioni è stato onorato da tutti. Non potrebbe essere diversamente in terra molisana a meno che non si vogliano rompere degli equilibri che reggono anche il Governo nazionale. Questa ovviamente è la prima e necessaria constatazione da dover fare se si vuole tentare di prevedere un quadro politico tutt’altro che semplice e tutt’altro che slegato dai risultati dei singoli partiti nelle altre Regioni al voto. Scendiamo più nel pragmatico, nel Lazio dove è toccato a FDI indicare il candidato di coalizione che dovrà battersi contro un sistema di Centrosinistra che guida la Regione da anni, bisognerà attendere i dati finali del voto dei cittadini per poter iniziare ad immaginare quali saranno i rapporti di forza alla tornata elettorale nella nostra Regione. Mi vado a spiegare meglio, se il Centrodestra dovesse conquistare la vittoria, e questo è il primo scenario, bisognerà immediatamente analizzare il risultato delle singole liste, dove se FDI risultasse il primo partito come sembra dai sondaggi staccando di misura le altre componenti, il Partito della Meloni uscirebbe ancor di più rafforzato ed in grado di poter avere maggior peso nei tavoli con gli alleati, come ad esempio quello che si dovrà tenere per decidere a chi spetterà la candidatura del Presidente in Molise. Lo stesso discorso, con ancor più peso specifico varrebbe se anche in Lombardia, il candidato espressione della Lega, l’uscente Fontana, vincesse ricevendo la maggior parte dei consensi intestati a Fratelli d’Italia e non al proprio partito cioè la Lega. Se si dovessero verificare queste due eventualità lo scenario interno al Centrodestra cambierebbe di parecchio le carte in tavola e le rivendicazioni che la Meloni potrebbe chiedere agli alleati e che con difficoltà le potrebbero essere negate essendo di fatto il Partito trainante e necessario per la vittoria della coalizione intera. Sempre dando come accaduti gli esempi fatti sopra, a quel punto potrebbe diventare molto plausibile che Fratelli d’Italia rivendichi la candidatura del Presidente anche nella nostra Regione aprendo uno scenario politico che ad oggi è davvero impossibile da immaginare, anche considerando l’attuale spaccatura interna che esiste in Fratelli d’Italia nella nostra Regione.

Il secondo filone di ragionamento da ipotizzare per cercare di rendere la visione più ampia e veritiera possibile, è quella che in Lazio il cdx non riesca a vincere. Qui il danno maggiore lo riceverebbe proprio FDI che avendo indicato il candidato Presidente vedrebbe con la sconfitta un ridimensionamento di quelle che sono le stime di voto attuali, e che metterebbe in seria difficoltà la Meloni nei confronti degli alleati qualora si vincesse invece nelle altre due Regioni, facendo uscire la Lega molto rafforzata avendo incassato due vittorie importanti. Stesso ragionamento varrebbe in caso di vittoria del CDX in Lazio ma con Fratelli d’Italia con percentuali di voto più basse o molto vicine a quelle degli avversari e magari per completare il tutto non brillasse neanche il risultato in Lombardia e Friuli.

Non volendoci dilungare oltre non proponiamo l’analisi dello scenario e delle conseguenze per il cdx se dovesse perdere in tutte e tre le competizioni di cui abbiamo parlato sopra o anche se ne perdesse 2 su 3.

Concludiamo questa lunga riflessione sugli scenari più scontati che si potranno verificare dopo le elezioni nelle altre tre Regioni, con una certezza. Per il Molise nel Centrodestra nulla è stato ancora deciso, anzi a nostro parere le carte non sono neanche sul tavolo e non lo saranno almeno fino agli esiti delle regionali laziali e lombarde. Probabilmente dopo di queste ed in base ai risultati si inizierà a parlare delle mosse per il Molise in maniera seria e concreta. Ad oggi ogni previsione o quasi certezza paventata da qualcuno su nomi e trattative è come tentare di fare 6 al Superenalotto. Magari ci si riesce, ma le possibilità sono davvero 1 su parecchi milioni al momento.

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