Ora che il Commissario ad acta per la sanità, sebbene con gravissimo ritardo, fissa i tetti di budget ai privati accreditati, il sistema che tiene il Molise in Piano di rientro da 12 anni si ribella. A quel sistema, da sempre, il MoVimento 5 Stelle oppone una chiara e coerente visione. Una visione che punta ad una sanità pubblica e di qualità, che non demonizza l’apporto dei professionisti del privato ma vuole riequilibrare le risorse tra pubblico e privato.
Perché è anche l’incapacità di governare quel rapporto che tiene il Molise in Piano di rientro, che costringe i cittadini a pagare le tasse più alte d’Italia, che sottrae al territorio servizi efficienti e capillari.
La struttura commissariale sta provando a rallentare l’afflusso di soldi pubblici ai privati ed ecco spuntare proposte di legge incostituzionali, note stampa politiche, appelli sindacali e lettere aperte da chi è stato sempre vicino agli interessi di alcuni privati. Pressioni alle quali il MoVimento 5 Stelle non cederà mai.
Il tema della sanità non può essere strumentale, ma ha bisogno di confronto, condivisione e soprattutto soluzioni. Sono questi i motivi per cui abbiamo riportato in Consiglio regionale la discussione sul Piano operativo che va modificato ma non ritirato, perché vorrebbe dire lasciare la sanità molisana nelle condizioni attuali.
Il dibattito in Aula ha anche confermato le lotte interne al centrodestra che però, ancora una volta, ha ritrovato unità solo con il ‘no’ al blocco totale dell’extrabudget ai principali privati accreditati, peraltro previsto per legge. Un principio sacrosanto perché garantirebbe decine di milioni di euro annui alla sanità pubblica e perché sarebbe l’unico modo per tirare il Molise fuori dal commissariamento.
Su questo principio avevamo ottenuto la convergenza di parte della maggioranza, cristallizzata in un documento congiunto già firmato da tutti tranne i consiglieri Iorio, Micone, Cefaratti e Romagnuolo che per settimane hanno chiesto il ritiro del Piano e poi si sono accomodati sulla posizione di Toma. L’intesa sull’extrabudget, infatti, è rimasta vittima di veti, pressioni, influenze e più che probabili minacce politiche.
Chiara la posizione di Cefaratti che in Aula ha chiesto al presidente Toma di contrapporsi al Tavolo tecnico dichiarandosi contrario alla nostra mozione.
A quel punto il testo è stato bloccato e il centrodestra ha ritrovato compattezza davanti ai soliti interessi, votando poi un generico documento che chiede di sospendere le valutazioni sul Piano in attesa di un confronto istituzionale.
Nulla di più. Eppure come MoVimento 5 Stelle avevamo chiesto il coinvolgimento di amministratori, associazioni e comitati; avevamo chiesto accordi di confine per regolamentare la ‘mobilità attiva’ verso le strutture private; avevamo chiesto accordi regionali e interregionali con i relativi protocolli operativi per gestire le patologie tempo-dipendenti.
Parliamo dei protocolli con Gemelli e Neuromed per gestire i casi di infarto, ictus e traumi, insomma impegni utili a definire un’appropriata gestione dell’emergenza e scongiurare i lunghi viaggi in ambulanza a Pescara o Napoli.
Sono atti importanti che in Molise fanno la differenza tra la vita e la morte. Atti davanti ai quali il centrodestra ha deciso di voltarsi dall’altra parte per continuare a guardarsi l’ombelico in attesa del prossimo mal di pancia.