Raccogliamo la segnalazione che ci è giunta in redazione da parte di una nostra lettrice che si rivolge all’assessorato alla Mobilità del comune di Campobasso Simone Cretella e che così dice: “Carissimo direttore mi capita oramai a scadenza naturale di dover parcheggiare la mia automobile e non essere in possesso delle monete necessarie. Dunque, non volendo incorrere in una multa da ‘diligente cittadina’ mi capita di sovente di utilizzare la carta elettronica, il mio bancomat per poter stampare il ticket. Il problema è che soprattutto quando mi trovo nelle vie centralissime della città in particolare via Roma o via Elena il settanta per cento delle volte il parchimetro non funziona con la carta. Oggi poi mi è capitata una cosa ancora più strana perché seppure il parchimetro mi segnalasse che la transazione era stata rifiutata qualche minuto dopo sul mio telefono cellulare mi è arrivato un messaggino della mia banca che mi avvisava che il pagamento di 50 centesimi (quelli che avrei voluto utilizzare per parcheggiare la mia automobile) era andato a buon fine. Ora mi chiedo ma, a buon fine di cosa? Ovviamente il problema non sono i cinquanta centesimi ma piuttosto che, quello che è un servizio a tutti gli effetti e dunque qualcosa di certamente utile e positivo non funziona appieno da diverso tempo, fino a questo momento ho contato circa un anno e mezzo e nessuno pare accorgersene. Quando dico nessuno mi riferisco soprattutto ai nostri amministratori comunali. Dunque l’appello lo faccio direttamente all’assessore alla mobilità Simone Cretella : “Che si individui quale è il problema e che si ponga rimedio. Anche perché ci possono essere cittadini più accorti e quelli meno che magari, ‘per cinque minuti’ non si prenderanno la briga di lasciare un bel biglietto a segnalare il guasto e che potrebbero ritrovarsi subito un bel foglio verde sul parabrezza della propria auto così giusto a ‘ingrassare’ un pò le casse del comune di Campobasso. Mi auguro così vivamente che l’assessorato alla mobilità si attivi immediatamente con chi di dovere.