Dopo le ultime esternazioni di Michele Iorio, l’unico che in questa regione non PUÒ PARLARE di Sanità , mi corre l’obbligo morale e storico di ricordare a me stessa ed ai Molisani , che per fortuna stanno dimostrando una ottima memoria, come Michele Iorio ai tempi della sua presidenza ( dal 2001 al 2013 ) ha gestito ed usato la sanità Molisana a proprio uso e consumo, familiarmente ed elettoralmente, facendo iniziare quel vorticoso e pericoloso percorso di enorme indebitamento della Sanità Regionale il cui triste epilogo è sfociato in un piano di rientro ed un Commissariamento che da 13 anni dilania la nostra Regione.
Voglio iniziare a ricostruire questo percorso con l’elenco dei parenti di Iorio assunti in quegli anni nelle strutture sanitarie molisane. Vi avverto in verità, è lungo, davvero lungo e non stó muovendo critiche alla professionalità di chi andrò a citare, ma le muovo nei confronti del dominus di quegli anni e di come ha sistemato parenti amici ed il proprio bacino elettorale tramite la Sanità portandola al collasso economico:
il fratello Nicola Iorio primario della Stroke Unit al Cardarelli ,
il cognato Sergio Tartaglione , marito di Rosetta Iorio è stato primario del reparto di psichiatria e presidente dell’ordine dei medici di Isernia; il figlio del governatore, Luca Iorio, nell’ospedale lavora in qualità di medico chirurgo vascolare , assunto dalla Asl di Rovigo e comandato , dopo pochi mesi dalla Asrem a prestare servizio presso la U.O.C dell’ospedale “Cardarelli” di Campobasso. Il cugino del presidente, Vincenzo Bizzarro, è stato direttore del distretto sanitario di Isernia, ed una volta in pensione ha lasciato il posto alla cugina Rosa , sorella di Michele Iorio nominata tra le polemiche in virtù della sua laurea in giurisprudenza.
L’elenco prosegue: la moglie del cugino del governatore, Luciana De Cola, ricopre, al Veneziale, il ruolo di vice direttrice sanitaria. Lavora a Isernia, in un centro medico privato convenzionato anche con la Regione lavora Raffaele Iorio figlio del governatore
Un’altra cugina di Iorio, Giovanna Bizzarro, ricopre il ruolo di funzionaria, mentre il fratello della moglie del presidente, Paolo Carnevale è stato direttore della società pubblica Arpa (Azienda regionale per la protezione ambientale) di Isernia.
Dulcis in fundo Paola Iuiorio , responsabile della rianimazione del Veneziale di Isernia che, a causa di una contestazione ricevuta dagli ispettori romani nel periodo covid è stata la goccia “ parentale “ che ha fatto “ traboccare di mente “ Michele Iorio.
Ovviamente non sono solo le assunzioni di parenti ad aver affossato i conti della sanità molisana, ma Michele Iorio ne ha combinate davvero 101 sopratutto sul piano economico e dell’indebitamento sanitario, creando un carrozzone inutile e costosissimo del quale ancora oggi paghiamo le conseguenze. Ma di questo ne parleremo più specificatamente in seguito. Quello su cui oggi volevo riflettere è sulla mancanza di ogni tipo di pudore del consigliere Iorio nel parlare oggi di sanità ed ergersi a suo Paladino, ergendosi sul pulpito dispensando prediche e consigli a chiunque su una materia sulla quale farebbe bene a tacere e mettere la testa sotto la sabbia ogni qual volta venga nominata. Quello che mi fa ben sperare sono le reazioni ed i commenti che tanti cittadini molisani scrivono sotto ogni notizia nella quale Iorio parla di sanità. Per usare un eufemismo ogni qual volta sui social viene pubblicato un articolo o un’intervista di Iorio sulla sanità viene letteralmente massacrato dai cittadini, che per fortuna avendo una memoria, identificano puntualmente e correttamente lui come la causa principale del disastro sanitario che vive il Molise.
Vorrei chiudere dando un consiglio a Michele Iorio ed al suo cerchio magico che già danno Iorio candidato presidente in pectore del Centrodestra alle prossime regionali, uscissero dalla loro torre di avorio e andassero in mezzo alla gente, si renderebbero conto della considerazione che hanno i Molisani di Iorio che è totalmente diversa da quella che loro dipingono e che cercano di raccontare ai più.
Gilda Ricci