Termoli. “La magia del mare e degli alberi”, 82 studenti alla prima lezione tenutasi in spiaggia
Ottobre 13, 2022
Andrea Soledad Lopez in finale alla seconda edizione di “Extra Cuoca – Il talento delle donne per l’olio extra vergine”
Ottobre 13, 2022

Tavenna, cerimonia in ricordo del Carabiniere Vincenzo Simone e del contadino Giuseppe Di Lena



Oggi, 13 ottobre, ricorre il 79° anniversario della morte per mano nazista del Carabiniere Vincenzo Simone di Colletorto e del contadino Giuseppe Di Lena di Tavenna.

LA STORIA – Il carabiniere Vincenzo Simone, nel tornare a casa a piedi da Lanciano, dopo i furiosi combattimenti contro i tedeschi – che valsero la medaglia d’oro alla città – accettò l’ospitalità a Tavenna di un giovane collega Giovanni Iuliano. Il giorno dopo, la situazione in paese precipitò; lo stato di estrema tensione verso gli occupanti, che con il massimo disprezzo rubavano il bestiame ai contadini, fece sì che un tedesco venne ferito gravemente e per tale motivo vennero prelevati 30 uomini, fra cui i due carabinieri, per una possibile rappresaglia. Il soldato tedesco non morì, ma per dare ugualmente una lezione esemplare furono scelti a caso nel gruppo, raccolto in una masseria vicino alla fontanella dei Canaparo, ora macerie e rovi, 3 uomini che vennero portati alcuni metri oltre, in mezzo agli ulivi e costretti a scavarsi la fossa. I Carabinieri Simone e Iuliano e il contadino Giuseppe Di Lena.  Simone, più grande di età di Iuliano che aveva 19 anni e più esperto di comportamenti militari del contadino Di Lena, comprese subito la situazione e davanti alla morte gridò al giovanissimo collega di tranquillizzarsi e morire per l’Italia. E lì sono morti.
Il Carabinieri Iuliano, pur con una profonda ferita all’inguine riuscì a fuggire e molti decenni dopo raccontò gli avvenimenti dell’ottobre 1943 ad Antonio Crecchia che li ha minuziosamente descritti nel bel libro “Tavenna ottobre 1943”.

Anno dopo anno, la cerimonia che si svolge vicino al luogo della fucilazione si arricchisce di cura ed attenzione grazie all’Arma dei Carabinieri, alla presenza costante dell’Anpi e con l’attenzione dell’attuale amministrazione Cirulli che, ha dato in modo tangibile un senso al luogo posizionando tra le due croci due sagome in ferro rappresentanti un carabiniere e un contadino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *