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Carceri, Di Giacomo (S.PP.): “Agente aggredito in carcere a Campobasso da detenuto con problemi psichici”

Il sindacalista Dott. Aldo Di Giacomo



“L’aggressione di un detenuto con problemi psichici, nella notte scorsa nel carcere di Campobasso, ad un agente penitenziario che è stato costretto a ricorrere alle cure sanitarie (prognosi 7 giorni) è purtroppo la conferma della denuncia che abbiamo fatto da troppo tempo inascoltati: nel carcere molisano ci sono almeno il 35% di detenuti con problemi psichici o di droga che non dovrebbero trovarsi qui”. Così il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “la nostra proposta è radicale: si ritorni alle strutture psichiatriche di detenzione, abolite nel 2014, sia pure ripensate nei servizi da garantire e con un numero di personale specialistico adeguato.

Sono 750, secondo il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, i detenuti in lista d’attesa per fare ingresso in una della trentina di Rems ma molti di più quanti hanno problemi psichici. Il tempo medio di attesa è di 304 giorni, con regioni come Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Lazio in cui l’attesa arriva fino a 458 giorni. Le regioni con più detenuti in attesa sono la Sicilia con circa 140 detenuti, la Calabria con 120 e la Campania con 100. La percentuale più alta dei detenuti con disturbi psichiatrici soffre di nevrosi; il 30% di malattie psichiatriche collegate all’abuso di droghe e di alcool; il 15% di psicosi.

La nostra forte sollecitazione – che ci deriva dall’impossibilità come personale penitenziario di assistenza a queste tipologie di reclusi – trova ampi sostegni nella comunità medico-scientifica, primi fra tutti psichiatri e psicologi. Del resto gli stessi giovani avvocati dell’Aiga nell’aprile scorso in visita al carcere di Campobasso lo hanno riconosciuto. I problemi – dice Di Giacomo – si sono dunque aggravati per responsabilità di politica e Parlamento che periodicamente annunciano impegni di riforma per poi disattenderli e rinviarli ad altri. Il risultato è che il personale penitenziario è lasciato solo a fronteggiare questa situazione e troppo spesso diventa oggetto su cui scaricare tensioni e malessere attraverso aggressioni. E – aggiunge – non sono certamente i 14 nuovi agenti arrivati di recente nei tre istituti penitenziari del Molise a risolvere il problema degli organici e ancor più dei servizi di assistenza in particolare psicologica per i detenuti con problemi psichici o di droga”.

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