Capitana dei #fioridacciaio nelle tre stagioni di A2, la tarantina inizia con il vivaio del team rossoblù il suo percorso da tecnico. Le prime impressioni: «Cercherò di vivere il mio ruolo con determinazione e al tempo stesso grande sensibilità».
Tre stagioni – quelle dello start-up – in cui ha assunto il ruolo di capitano e riferimento della prima squadra dei #fioridacciaio. Ed ora una nuova avventura nell’universo rossoblù come guida di quello che sarà il primo gruppo ‘agonistico’ del club. La tarantina Roberta Di Gregorio riabbraccia il mondo La Molisana Magnolia Campobasso e sarà l’allenatrice della formazione under 13 del club, il primo team della trafila giovanile frutto di tutti i prospetti in rosa più interessanti usciti dal grande lavoro di gioco sport portato avanti con Mario Greco nel mondo del minibasket.
INIZIO COMUNE Una prima per le piccole cestiste che è un esordio condiviso dalla stessa Di Gregorio, nella sua veste di capo allenatrice di un team giovanile. «È un avvio comune – spiega – e cercherò di farlo con grande determinazione e spirito d’iniziativa, ponendomi nel miglior modo possibile con le ragazze. Parliamo di giovanissime con cui si inizierà ad entrare in quelli che sono i dettami tattici, oltre che tecnici, del basket. Con loro sarà determinante alimentare la passione per questa disciplina nata con il lavoro del minibasket. Davanti a noi ci sarà lo scenario di un campionato, che farà sì che si passeranno dall’aspetto ludico all’agonistico e, senz’altro, oltre all’ispirazione delle più grandi, il mio dovrà essere un compito di indirizzo in quello che potrà essere il loro percorso nella disciplina».
QUID ULTERIORE Forte della sua carriera di giocatrice di rilievo nella massima serie, Di Gregorio proverà «a trasmettere emozioni, sensazioni e piccole grande nozioni dello stare sul parquet, quel qualcosa in più magari rispetto a chi ha vissuto il campo solo da una specifica visuale. Con certezza, saprò entrare nelle emozioni e negli umori che si vivono pre, durante e post, avendoli vissuti, motivo per cui cercherò di dare loro la giusta tranquillità, mettendole insieme in partita, rispetto a quella che era stata la dimensione più individuale e con un principio di gruppo del lavoro fatto in precedenza».
COACH DONNA Ulteriore aspetto di non poco conto sarà quello legato ad essere donna tra giovani ragazze in divenire nel pieno dell’età della propria crescita fisica. «Senz’altro nello sport al femminile gli aspetti psicologici sono importanti al pari di quelli tecnici. Ci può essere intesa tra persone dello stesso genere ed anche il modo di rapportarsi per una giovane con un’allenatrice, rispetto ad un allenatore, è differente a mio avviso. Ritengo significativo il fatto che, anche nel basket femminile, sia sempre più ampio il numero dei tecnici donna perché può dare nuovo smalto sia alla nostra disciplina che a questo ruolo. Ovviamente, da parte mia, ci dovrà essere il giusto mezzo nell’interpretazione di questo compito. E cioè comprensione, condivisione ed immedesimazione per creare un rapporto intenso, ma anche chiarezza dei ruoli e dei compiti per evitare commistioni, il tutto facendo leva su quella sensibilità tutta femminile, che potrà essere, a mio avviso, un’importante chiave di volta».