La liturgia della parola ha aperto il ventisettesimo Congresso Eucaristico Nazionale, la straordinaria manifestazione di fede e pietà eucaristica, che ha richiamato a Matera dal 22 al 25 settembre la presenza di tutte le diocesi italiane (800 delegati circa) che in questi giorni di preghiera, confronto, convivialità, studio e adorazione, hanno riscoperto il senso vero della parola comunione.
Guidata dal Vescovo Mons. Claudio Palumbo, la delegazione diocesana composta da don Luca Mastrangelo, don Simone Iocca, Andrea Lomolino e Sebastiano Trotta, ha partecipato alle quattro giornate alternate da preghiera, e due momenti di meditazione. Il primo guidato da Mons. Busca, vescovo di Mantova, il quale ha proposto un “viaggio del pane”, “passando di tavola in tavola, attraverso le tavole della creazione, della casa, dell’altare, della chiesa, della città, del Regno”. Nella tradizione di Matera, ha esordito il vescovo, “la preparazione del pane è accompagnata da una ritualità propria: il segno di croce all’inizio, la forma del cuore, i tre angoli invocando la Trinità, i due giri con la pasta per ricordare la doppia natura di Cristo”. Nella liturgia, ha spiegato Busca, “non si aggiunge niente alla creazione, piuttosto si toglie il velo. Niente nel cosmo è profano, ma tutto può essere profanato e reso volgare”. Nella seconda giornata, dopo la celebrazione eucaristica, ha guidato la meditazione la professoressa Giuseppina De Simone, che insegna Filosofia all’Università Lateranense di Roma. Nella sua riflessione, esalta il pane proponendolo come simbolo identitario dell’umanità: “La storia del pane abbraccia l’intera storia dell’umanità. Il pane è più antico della scrittura e del libro e niente forse più del pane racconta l’umanità”. Al termine conclude il suo intervento affermando che: “Il pane è presente nelle fede e nella preghiera». È il pane dei pellegrini, dell’offerta, delle feste religiose, dell’elemosina, della sobrietà, della condivisione e della giustizia. «Spesso il percorso del pane e quello della religione si sono sovrapposti o hanno camminato paralleli».
Durante le quattro giornate le chiese del centro sono rimaste aperte fino a tarda notte per dare a tutti la possibilità di fermarsi e adorare il Santissimo Sacramento esposto sull’altare. La solenne processione eucaristica ha attraversato la città nella sera di sabato, partendo dalla parrocchia di San Pio X per arrivare in piazza San Francesco, dove Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina, ha tenuto una breve omelia nella quale citando il pensiero di Papa Francesco, affermava: “Chiediamo al Signore che liberi la Chiesa da coloro che vogliono invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla, renderla immobile. Chiediamo anche che la liberi da un’altra tentazione: credere che è giovane perché cede a tutto ciò che il mondo le offre, credere che si rinnova perché nasconde il suo messaggio e si mimetizza con gli altri. No. È giovane quando è se stessa, quando riceve la forza sempre nuova della Parola di Dio, dell’Eucaristia, della presenza di Cristo e della forza del suo Spirito ogni giorno. È giovane quando è capace di ritornare continuamente alla sua fonte” (Christus vivit 35; cf. Christus vivit 161).
Domenica 25 con l’arrivo del Santo Padre e la solenne celebrazione Eucaristica, svoltasi nello stadio di Matera, si è concluso il XXVII Congresso eucaristico nazionale. Papa Francesco nella sua omelia ha fatto più volte riferimento al tema centrale di questo grande incontro “Ritornare al gusto del pane”- e conclude esortando tutti: “Fratelli, sorelle, da questa città di Matera, “città del pane”, vorrei dirvi: ritorniamo a Gesù, ritorniamo all’Eucaristia. Torniamo al gusto del pane, perché mentre siamo affamati di amore e di speranza, o siamo spezzati dai travagli e dalle sofferenze della vita, Gesù si fa cibo che ci sfama e ci guarisce. Torniamo al gusto del pane, perché mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie e discriminazioni verso i poveri, Gesù ci dona il Pane della condivisione e ci manda ogni giorno come apostoli di fraternità, apostoli di giustizia, apostoli di pace. Torniamo al gusto del pane per essere Chiesa eucaristica, che mette Gesù al centro e si fa pane di tenerezza, pane di misericordia per tutti. Torniamo al gusto del pane per ricordare che, mentre questa nostra esistenza terrena va consumandosi, l’Eucaristia ci anticipa la promessa della risurrezione e ci guida verso la vita nuova che vince la morte”.
Cosa riporta a casa la delegazione diocesana?
L’esperienza di un incontro che ha saputo far assaporare “il gusto del Pane”, non solo nella Santa Messa e nei momenti di preghiera, ma nella totalità di tutte le giornate, la condivisione di esperienze, le nuove conoscenze, il raccontare e ascoltare storie di vita, tutto ciò è diventato Comunione, che non ha annullato le peculiarità delle nostre chiese particolari, ma le ha arricchite attraverso la comune devozione e amore verso l’Eucarestia.