La stagione fredda si avvicina e il governo sembra avere le idee chiare su come affrontare i primi freddi alla luce del caro gas, legato alla guerra in corso in Ucraina. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani avrebbe già pronto un piano, che la settimana prossima potrebbe essere portato all’attenzione del governo e poi approvato sotto forma di decreto.
Secondo fonti ministeriali nel piano sarebbe previsto che ad iniziare dal mese di Ottobre i termosifoni dovranno essere abbassati di un grado sia negli edifici pubblici sia nei condomini e nelle abitazioni private. Si passerà dunque dai 20 gradi, limite già esistente, ai 19 come tetto massimo obbligatorio.
I controlli nelle abitazioni dovrebbero essere effettuati soprattutto negli edifici che dispongono di un impianto di riscaldamento centralizzato, dove sarà compito dell’amministratore dello stabile far rispettare il limite dei 19 gradi di temperatura massima. Per chi invece ha un impianto di riscaldamento autonomo crediamo sia difficile l’effettuazione di controlli.
Al momento, sempre secondo le indiscrezioni, all’interno del decreto non dovrebbero essere previste multe o sanzioni per chi non rispetterà quanto previsto, ma non escludiamo che nella stesura finale esse possano essere aggiunte per dare maggiore garanzia di applicabilità alla strategia studiata da Cingolani.
Per le imprese invece dovrebbero essere due le misure che il Governo intende attuare per la loro salvaguardia e sopravvivenza. Una riguarderà l’energy release (circa 18 twh), mentre l’altra il gas release (circa 2 miliardi di metri cubi).In pratica dovrebbero essere messi a regime controllati per le aziende grandi consumatrici di gas ed energia elettrica, per evitare che falliscano.
Per quanto concerne la scuola, a differenza delle indiscrezioni circolate qualche giorno fa, fonti governative escludono categoricamente il ritorno degli studenti alla3 Didattica a distanza ed allo smart working nella Pubblica amministrazione.
Al momento dunque sono esclusi gli scenari più catastrofisti che avrebbero dovuto prevedere limitazioni orarie per aperture e chiusure di negozi e ristoranti, lo spegnimento anticipato della pubblica illuminazione nelle città ed una sorta di coprifuoco indotto. Ciò detto resta comunque la previsione di un autunno ed un inverno molto difficile per le famiglie e per le aziende italiane, che tra crisi energetica e d inflazione galoppante, sempre in maggior numero faticheranno a sostenere questo aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia e dei beni di consumo a partire da quelli di prima necessità. Uno scenario abbastanza drammatico con il quale dovrà fare i conti il nuovo Governo che andrà alla guida della nazione dopo il voto del 25 settembre e che gioco forza dovrà cercare tutte le soluzioni possibili per trascinare fuori il Paese da questa drammatica situazione.
Michele Messere