A questo punto la partita si gioca a carte scoperte. Tra il presidente Gesuè e la città di Campobasso si è aperto un conflitto che solo con un confronto aperto e leale si potranno chiarire tante spigolature. È ora di finirla di affidarsi ai social network. L’unica cosa da fare è indire una conferenza stampa in cui Gesuè dovrà rispondere a giornalisti e tifosi. E soprattutto è doveroso guardarsi negli occhi. Questo è l’unico modo per salvare la faccia. Intanto alcuni giocatori hanno ringraziato i tifosi prima di lasciare la città. Lo hanno fatto con sincerità. Per loro non doveva finire così. Intanto qualcuno ha tolto anche la targa della sede sociale a fianco del portone in corso Vittorio Emanuele. Cosa significa? Ormai si è in un clima di vero e proprio libertinaggio. La società si è affidata ancora una volta ad un post Facebook per spiegare i motivi sull’esclusione dalla Lega Pro. Lo fa prendendosela con Covisoc, Figc, e CONI. Certamente se le carte fossero state in regola nessuno avrebbe escluso il Campobasso. Allora perché non prendersela con chi ha sbagliato? “Le risposte – si legge nel post – quelle precise, le daremo appena sarà tutto chiaro. Cosa possiamo dire, ad esempio ai nostri abbonati se non conosciamo ancora di quale livello sarà il nostro campionato? Aspettiamo e poi ragioniamo insieme”. Sinceramente non sappiamo cosa bisogna aspettare. I giocatori stanno andando via, la targa davanti la sede sociale è stata tolta, tra i tifosi prevale rabbia e delusione. Chissà a quest’ora cosa starà pensando Matt Rizzetta che con i suoi soldi sta facendo felici i tifosi dell’Ascoli. Perché Rizzetta non è rimasto a Campobasso? Un atro dei misteri che dovrà essere chiarito. Doveva addirittura rilevare il 51% delle quote dell’Ascoli ma alla fine il pacchetto di maggioranza è rimasto nelle mani di patron Massimo Pulcinelli. Nei giorni scorsi è stato stipulato un accordo di sponsorizzazione con l’Ascoli Calcio e la holding statunitense “North Sixth Group” che fa capo a Matt Rizzetta, il socio americano di Massimo Pulcinelli, patron del club bianconero. L’accordo stipulato durerà tre anni. Rizzetta ha ceduto il 12% del suo 31% alla società del Gruppo Bricofer. Rizzetta assicura all’Ascoli Calcio una presenza importante e sostenibile per costruire un futuro sempre più positivo. Se fosse rimasto a Campobasso probabilmente certi errori non sarebbero stati commessi. Ma si è fatto di tutto per farlo andare via. Chiarezza ci vuole, quella che reclamano ormai da tempo i sostenitori rossoblù e che renderebbe tutto più facile; una comunicazione tra pubblico e società finalmente trasparente. Il Campobasso Calcio è un patrimonio troppo importante per l’intera città, ed i tifosi meritano molto più di una mediocre e umiliante sopravvivenza nelle serie inferiori. I discorsi contraddittori sul futuro non hanno più presa sull’opinione pubblica, esasperata dalla mancanza di certezze. Tutta questa passione merita risposte concrete ed immediate, non fumose considerazioni prospettiche. Allora si indica la conferenza stampa, senza alcun indugio, perché da questo momento la partita si gioca a carte scoperte. I termini da propaganda non incantano più nessuno e l’effetto anestetizzante che procuravano è ormai svanito. I tifosi hanno fiutato che qualcosa non andava ed ora hanno deciso di andare a vedere Gesuè da vicino. Girate le carte e fateci capire cosa avete realmente combinato.
Gaia Cosco