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Disservizi del Software URBI smart della PA Digitale Adriatica in uso alla Regione, Iorio rimette al centro la questione in Consiglio



Nel nostro mondo che si avvia sempre di più alla digitalizzazione sopratutto nella pubblica amministrazione, è oramai diventato di uso comune che gli enti, si dotino di software gestionali e tecnici per la redazione, l’invio, la pubblicazione di atti, delibere ecc. in modo tale che il cittadino possa consultarli liberamente in qualsiasi momento sui siti dei vari enti. Ora la Regione Molise si avvale per la gestione degli atti di un software “URBIsmart” di proprietà della azienda molisana PA Digitale Adriatica che già in passato era stato al centro di polemiche per vari disservizi e complessità operative che però adesso sembrano risolte. il consigliere Iorio però nella scorsa seduta di Consiglio Regionale ha riportato per la seconda volta in aula la questione inerente un grave disservizio, che violerebbe una nuova norma, riguardante proprio questo software. Per farla semplice quando un atto viene adottato deve essere firmato digitalmente sia dall’esecutore politico, sia dal Dirigente al Ramo e sia dall’Istruttore, in modo tale da dare certezza sulla veridicità di quanto scritto nell’atto. Allo stato attuale delle cose però, e le cose vanno avanti già da tempo, il sistema URBI non consentirebbe l’apposizione della terza firma digitale sui documenti cioè quella dell’istruttore. Iorio riporta che nonostante numerose segnalazioni fatte anche dai funzionari della regione sulla questione, nulla è stato risolto nonostante tutte le rassicurazioni ricevute dall’azienda e che continuando ad operare così non si rispetterebbe la nuova norma in materia di digitalizzazione. La risposta che ci vien fornita è che questo sistema in uso alla Regione non prevederebbe la possibilità di apporre più di due firme digitali sullo stesso documento, fatto assai strano, dato che lo stesso software di proprietà della stessa azienda è in uso anche alla ASREM dove invece la possibilità di apporre digitalmente le tre firme sui documenti così come prevede la norma. Non si capisce il perchè allora quello in uso alla regione non abbia lo stesso funzionamento, aggiunge.

Nella conclusione del suo intervento Iorio sottolinea la necessità di risolvere il problema e chiedere conto all’azienda nel più breve tempo possibile, ma lascia intendere non molto velatamente di riportare i servizi digitali alla competenza della struttura regionale già esistente ovvero la Molisedati, che a questo punto sembrerebbe un pò esautorata dai suoi compiti, considerando che le strutture regionali debbano affidarsi ad aziende esterne. Inoltre lo stesso Iorio accenna al fatto che sulla questione si stia interessando anche l’ANAC, ovvero l’autorità nazionale anti corruzione.

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