La mostra che sarà aperta fino al 4 settembre 2022 riguarda la notevole raccolta di disegni, stampe e bozzetti relativi a studi e progetti per decorazioni e arredi di edifici civili e ecclesiastici. La raccolta fu messa insieme, probabilmente alla fine dell’Ottocento, dai pittori Giacomo Giuliani (Oratino, 1851 – 1935) e Nicola Giuliani (Oratino, 1875 – Napoli, 1938), padre e figlio, quest’ultimo allievo di Domenico Morelli, Filippo Palizzi e Michele Cammarano nell’Accademia di Belle Arti di Napoli, e smembrata in due tronconi durante l’ultima guerra mondiale tra le famiglie oratinesi degli Iannandrea, eredi diretti dei Giuliani e dei Tirabasso.
La collezione è costituita da più di 400 fogli singoli di disegni e incisioni, 4 taccuini rilegati e da 26 bozzetti ad olio.
E’ stata rinvenuta a Oratino, presso le due famiglie, tra il 1981 e il 1983.
Nel 1990 è stata acquistata dal Ministero per la Cultura, che nel corso degli anni ha sottoposto un buon numero della raccolta a interventi di restauro conservativo.
Dal 2015 viene conservata nel Museo Nazionale del Castello Pandone di Venafro, dove, a rotazione, il materiale cartografico viene esposto permanente nello stesso.
La Raccolta Giuliani documenta ininterrottamente, nell’arco di due secoli, l’attività di artisti, offrendo un’insospettata immagine della cultura figurativa, delle dinamiche sociali e produttive, dei punti di riferimento di un gruppo di pittori collocati dalla storia alla periferia del regno meridionale, eppure intimamente legati al clima artistico della Napoli del seicento e del settecento, capaci quindi di lavorare in continuo e stretto contatto con i fatti pittorici della capitale.
La Raccolta non è l’impegno di un collezionista, ma ha rappresentato un utile e intelligente strumento quotidiano di lavoro di una prospera e radicata bottega di pittori oratinesi, i Brunetti, attivi nel corso del XVII e XVIII secolo
Lo studio di queste opere grafiche, condotto per lunghi anni, ha permesso di definire le fisionomie di alcuni artisti di spiccata personalità quali Benedetto Brunetti (Oratino, 1628 – 1698) interprete della tradizione figurativa napoletana, Niccolò Falocco (Oratino, 1691 – 1773) originale e misterioso artista, documentato come allievo di Francesco Solimena a Napoli; Pietro Brunetti (? – Oratino 1737), Stanislao Brunetti (Oratino, 1733 – ?) e soprattutto di Ciriaco Brunetti (Oratino, 1723 – 1802), che ha rappresentato per il XVIII secolo il vero e proprio “motore della bottega oratinese “ con una produzione grafica estremamente varia ed abbondante, con studi per pale d’altare, composizioni per dipinti murali, progetti per decorazioni di soffitti e volte, fantasie rocaille e studi di nudo.
La Collezione inoltre presenta altre interessanti sorprese, per la presenza di disegni provenienti dall’ambiente artistico napoletano, opere databili del XVI-XVII secolo, appartenenti a Balducci, Corenzio, bottega di Giordano, bottega di Solimena, Giaquinto, Fischetti e Bardellino, oltre al pregevole corpus di incisioni, anche molto rare, di maestri italiani e nordeuropei, come Reni, Carracci, Coertona, Ribera, De Vos, Hertel. Tutto questo lo dobbiamo anche a Gennaro e Giuseppe Giordano duchi di Oratino, che dalla fine del Seicento, favorirono l’attività artistica e intellettuale nel piccolo centro promuovendo la formazione di pittori, scultori, indoratori, vetrai, intagliatori e scalpellini. Artisti, che grazie alla ricerche svolte su documentazioni prevalentemente inedite, sono riemersi da un oblio veramente secolare, che li aveva cancellati dalla storiografia meridionale.
Il recupero della notevolissima collezione di disegni e stampe ha permesso di aprire un nuovo ed insospettato capitolo della storia dell’arte in Molise, in quanto le testimonianze degli artisti di Oratino, vissuti nell’arco di tre secoli, vanno ben al di là dei confini regionali.