Scadrà il prossimo 30 giugno il termine per l’adesione ai corsi per il selecontrollo della specie cinghiale in regione che consentiranno agli agricoltori, proprietari dei fondi, di poter intervenire per “proteggere” le proprie colture dall’attacco degli ungulati. “Si tratta di un’azione fortemente voluta dallaColdiretti del Molise – afferma il Delegato confederale, Giuseppe Spinelli – che ha trovato nell’Assessore all’agricoltura Nicola Cavaliere un coraggioso e convinto sostenitore”.
Una volta concluse le attività formative i soggetti autorizzati al contenimento, i cosiddetti selecontrollori, unitamente alle figure dei “coadiutori”, ovvero i cacciatori formati, chiamati direttamente dal proprietario e conduttore del fondo, potremmo contare su un ulteriore strumento a tutela del lavoro dei nostri imprenditori agricoli.
Naturalmente tali azioni dovranno essere accompagnate da atti concreti da parte di tutti i soggetti coinvolti e, in primis, dagli Ambiti di Caccia, strumenti assolutamente necessari al contenimento di questi animali selvatici, con il coinvolgimento diretto degli imprenditori agricoli .“Infatti – spiega Coldiretti Molise – sarà anche istituito un Albo regionale dei selecontrollori che potranno agire con una quanto più ampia flessibilità operativa. Dobbiamo ricordare che la funzione dei selecontrollori – prosegue Giuseppe Spinelli – ha tutti i caratteri della pubblica utilità a tutela del cittadino; la loro azione non è quella di mera caccia, ma di prevenzione di un grave problema sociale, ambientale ed economico che purtroppo oggi ha assunto anche i connotati del rischio sanitario”.
Un’attività di monitoraggio farà inoltre finalmente luce sulla consistenza del fenomeno, spiega Coldiretti Molise, che interessa non solo le campagne, con danni e rischio idrogeologico, ma anche i centri abitati con pericoli continui per i cittadini a causa di possibili attacchi da parte dei cinghiali, incidenti stradali, anche mortali che provocano, senza dimenticare che i cinghiali possono essere veicolo di trasmissione di malattie ed epizoozie quali la PSA che mettono a repentaglio il nostro patrimonio suinicolo regionale che consta, considerando i soli allevamenti specializzati, di circa 300 imprese che allevano suini con più di 18mila capi in allevamento, per la maggior parte destinati alla produzione di prodotti fortemente apprezzati dal mercato, non solo locale.
I corsi, fortemente voluti da Coldiretti, forniranno una concreta risposta agli agricoltori, che in tal modo potranno difendere i loro terreni dall’invasione dei cinghiali che stanno portando sull’orlo del fallimento centinaia di aziende; ma il selecontrollo – avverte Spinelli – è solo un ulteriore passo verso la risoluzione del problema che, lo ribadiamo, potrà essere superato solo con la modifica della Legge 157/92 sulla fauna selvatica con l’estensione del periodo di caccia fino a 5 mesi l’anno e la possibilità di effettuare i prelievi anche nelle aree che oggi sono classificate come ‘protette’”.