Riceviamo e pubblichiamo nota del portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Molise, Andrea Greco, sullo stato della sanità regionale e in particolare sulle ultime novità che riguardano l’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ di Agnone.
Lo stato attuale della sanità molisana rispecchia il disegno accentratore firmato dal presidente della Regione Donato Toma e dal direttore Asrem Oreste Florenzano. Un disegno che prevede una sola struttura e servizi privatizzati in tutta la regione. Di questo disegno, l’ospedale di Agnone può essere il simbolo ma anche l’anteprima, nel senso che quanto accade al Caracciolo presto potrebbe verificarsi negli altri ospedali pubblici di Termoli e Isernia dove la situazione sta precipitando in maniera irreversibile.
Il ‘San Francesco Caracciolo’ ha appena subito l’ennesima amputazione: da lunedì 20 giugno il Laboratorio Analisi è chiuso anche nel pomeriggio, non solo nelle ore notturne come ormai da mesi. Risultato: l’area al confine tra alto Molise e alto Abruzzo sarà servita da un semplice punto prelievi o poco più. In orario di chiusura del Laboratorio, tutti gli esami dovranno passare per il Poct, un macchinario all’avanguardia che tuttavia rallenta i tempi dei risultati, rendendo più complicati sia la diagnosi sia l’intervento.
Questa limitazione del diritto alla Salute è dovuta alla carenza di personale mai risolta dall’Asrem e arriva a distanza di un mese da quando il presidente della Regione si recò in Consiglio comunale, ad Agnone, a smentire la chiusura.
Tutto questo, per giunta, accade alle porte dell’estate quando proprio l’alto Molise e l’alto Abruzzo quadruplicano la popolazione, facendo salire la potenziale richiesta di analisi.
Ma alla follia gestionale si unisce quella economica. Il noleggio del Poct costa circa 80 mila euro annui, quando per svolgere le stesse mansioni basterebbe un tecnico in reperibilità che di euro ne costerebbe decine di migliaia in meno.
Senza dimenticare che la realtà dell’ospedale Caracciolo è caratterizzata anche dal mancato potenziamento dei posti letto della Dialisi; dalla sofferenza del Pronto soccorso che si ripercuote su quello di Isernia; dalla carenza di macchinari come una Tac; dalle difficoltà della postazione del 118; dalla Day surgery che non viene garantita. Situazioni critiche, quasi drammatiche, già presenti in altri ospedali o che presto potrebbero esserlo.
Io non ci sto. Chiedo alla Conferenza dei Sindaci di non lasciare soli i primi cittadini che hanno denunciato l’incapacità gestionale di Florenzano come quelli di Isernia e Capracotta. Tutti i rappresentanti delle comunità molisane dovrebbero trovare la forza di alzare la voce.
In questo senso faccio appello ai cittadini, al Forum per la sanità, ai comitati, alla Chiesa e alle associazioni: uniamoci, facciamoci sentire, facciamo pressione sulle persone che potrebbero cambiare le cose ma non lo fanno. C’è chi vuole la nostra rassegnazione e non dobbiamo permetterlo.