Jean Dubuffet (1901-1985) all’età di 43 anni debutta a Parigi con la sua pittura controversa e conquista in pochi anni la scena artistica internazionale. Personalità contraddittoria, autodidatta scorbutico, polemista animoso, intrepido sperimentatore sia in arte che in letteratura, ha sempre aborrito le istituzioni accademiche e la pretenziosità degli specialisti d’ogni genere, a favore della concezione che «L’arte è un campo aperto a tutti». Mentre ha sempre respinto la propria annessione tra i fautori dell’Informale, Jean Dubuffet ha avuto il merito di portare l’attenzione all’Art Brut: l’arte di dilettanti, malati mentali, internati e alienati, di cui fu collezionista e promotore. Nel 1946 Dubuffet pubblica da Gallimard la sua prima raccolta di testi Prospectus aux amateurs de tout genre che serve ancora oggi da bussola per orientarsi in quarant’anni di opera dubuffetiana.
Alessandra Ruffino ha curato traduzione integrale della raccolta, edizione e introduzione uscita per Allemandi nel 2021. A Termoli, con un vivace racconto aperto a tutti tra immagini, parole e concezioni di arte, Ruffino presenterà la vita, l’opera e le idee ironiche e provocatorie di un artista che diceva: «Sono un pittore della domenica per cui ogni giorno è domenica!»
Alessandra Ruffino Dottore di ricerca formatasi all’Università di Parma, studia i rapporti tra arti e letteratura. Ha lavorato per diversi anni all’Università di Torino e firmato molti contributi storico-critici tra cui i volumi Ideogrammi per un viaggio nell’anima in Barocco (2010) e Mollino fuoriserie (2015), per Aragno, e Vanitas vs Veritas (2013), per Allemandi. Giornalista pubblicista, collabora con Il Giornale dell’Arte, è attiva nell’ambito della divulgazione come consulente d’istituzioni pubbliche e private e nell’editoria.